"Non sono mai stata ad Arcore a cena". E precisa: "Silvio Berlusconi non mi ha offerto alcuna candidatura alle Europee". Intervistata dal Corriere della Sera, il neoministro allo Sviluppo Economico Federica Guidi smentisce le indiscrezioni su un rapporto privilegiato con il Cavaliere, montato ad arte dalla stampa progressista per attaccarla all'indomani del suo giuramento al Quirinale. Eppure nemmeno le sue dimissioni dagli incarichi ricoperti nell’azienda di famiglia non sembrano bastare alla sinistra radicale che continua a urlare al conflitto d'interessi. "Le dimissioni sono irrilevanti rispetto al conflitto - ha tuonato il piddì Stefano Fassina all’Unità - lei e la famiglia restano proprietari di un’azienda che ha molte commesse dalla pubblica amministrazione".
L’ex presidente dei Giovani di Confindustria conosce abbastanza bene Berlusconi: lo ha incontrato diverse volte. "A essere precisi - ha raccontato la Guidi - tramite Alfano, mi ha chiesto alle ultime elezioni di entrare in lista nel Pdl". Ma ha rifiutato, per due motivi. In primis, perché non ho mai voluto scendere in politica. In secondo luogo perché aveva un bambino piccolissimo. Al Corriere della Sera la Guidi spiega le ragioni che l’hanno spinta, al contrario, ad accettare la proposta di Matteo Renzi di entrare nella squadra di governo. "Il premier non mi ha chiesto alcuna appartenenza politica - continua - sono al governo solo come imprenditrice, privato cittadino e per la mia storia professionale". Eppure da giorni i media progressisti non fanno altro che accusarla di essere troppo vicina al Cavaliere. "Mi sembra un’ossessione che ogni persona che entra al governo sia vicina a Berlusconi", sbotta il portavoce di Forza Italia Giovanni Toti ricordando ai microfoni di Radio Anch’io come la Guidi faccia parte di una famiglia di imprenditori e sieda, proprio per questo, in un ministero che si deve occupare di impresa. "La Guidi non è affatto un ministro in quota Forza Italia - conclude Toti - noi stiamo all’opposizione e tra poche ore voteremo la sfiducia a Renzi".
A tuonare contro il ministro allo Sviluppo economico c'è anche una fetta di minoranza del Partito democratico. Per Fassina, "la presenza della Guidi è inopportuna" e "inadeguata in un governo a guida Pd". In particolare, l'ex viceministro dell'Economia contesta all'ex presidente dei Giovani di Confindustria "l'orientamento di politica economica" e la lontananza dalla "cultura dell’intervento pubblico in economia". E, soprattutto, il presunto conflitto di interessi tra l'azienda di famiglia e le "le molte commesse dalla pubblica amministrazione".
Ma la Guidi respinge in tutto e per tutto le critiche sul conflitto di interesse con l’azienda di famiglia Ducati Energia, che giudica un’obiezione "risibile". E sottolinea di aver rassegnato le dimissioni da tutti gli incarichi nella società.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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