Caro Filippo,
anche io sono rimasto colpito dal fatto che ormai la violenza e l'odio nei confronti di chi sia portatore di un pensiero differente sia uscita completamente alla luce del sole e sia ritenuta quindi tanto normale e lecita e legittima che questa gente qui non prova alcuna remora nell'esprimere in modo aperto, addirittura pubblicamente, quelli che sono propositi criminosi, che consistono nella volontà di colpire i cosiddetti «agenti sionisti», come li definisce il sedicente «nuovo partito comunista italiano». E tra questi agenti sionisti, questi bersagli, come tu giustamente li chiami, figuro pure io. Il che, sia chiaro, non mi spaventa, tuttavia non si tratta di un elemento di poco conto. Di fatto, sono finito nel mirino di queste persone, le quali sventolano insieme le bandiere palestinesi, in sostegno di Hamas, e quelle arcobaleno, ossia pacifiste, a causa delle mie posizioni di esplicita solidarietà nei confronti di Israele, Stato vittima dell'attacco del 7 ottobre scorso da parte delle milizie di Hamas, aggressione da cui è scaturita la guerra in corso in Medio Oriente. Una guerra di cui nessuno di noi è felice, che ci fa orrore, che ci disturba e ci addolora, poiché non è piacevole sapere che la gente crepa sotto le bombe, bambini inclusi. Eppure a sinistra è stata assunta una posizione carica di pregiudizio, che si fonda sull'idea che la Palestina di Hamas sia vittima e Israele carnefice. Da qui il crescente odio verso gli ebrei, il risorgere pericoloso dell'antisemitismo, più vivo che mai dalla fine del secondo conflitto mondiale. Ci saremmo dovuti indignare tutti per quei cartelli, per le liste di proscrizione, per il proclamato odio antisemita. Invece a sinistra prevale il silenzio. I progressisti non vogliono mettersi di traverso ai centri sociali, agli islamici, che difendono strenuamente, alla sinistra radicale, anche a costo di scivolare in questa ambiguità: questo atteggiamento omertoso nei confronti dei predicatori dell'antisemitismo.
Esempio emblematico di tale condotta è costituito dalla segretaria del Pd Elly Schlein, la quale domenica ha condannato i nazionalismi contemporanei che, a suo avviso, avrebbero determinato i conflitti in corso, la quale blatera sempre di allarme nazismo, razzismo, fascismo, e non si accorge né dice che il vero concreto pericolo oggi in Europa, come in tutto l'Occidente, Italia assolutamente inclusa, è questo rigurgito antisemita. Altro che fascismo, morto e sepolto! Su quello che è accaduto sabato, a Milano, la leader dei dem non ha proferito parola.
Inevitabile dunque chiedersi se ella, cioè Elly, non dia ragione ai violenti, i quali ricorrono all'uso della minaccia, che rappresenta un atto criminale, ossia un reato a tutti gli effetti, un reato per il quale mi aspetto che questi soggetti vengano processati e condannati.Il dubbio sorge spontaneo.
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