Lapidare i parenti scomodi è un vecchio vizio politico

Nella vicenda Arianna Meloni c’è un unico elemento certo: la consuetudine consolidata a sinistra di lanciare pietre contro i familiari di alcuni soggetti politici di spicco allo scopo di fare traballare proprio questi ultimi

Lapidare i parenti scomodi è un vecchio vizio politico
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Caro Direttore Feltri, trovo ignobile la pratica diffusa a sinistra di prendersela con i familiari degli avversari politici nel tentativo di logorare i nemici. Io non so se Arianna Meloni stia per essere raggiunta da un avviso di garanzia per traffico di influenze, come ipotizza questo giornale, ma di certo la sorella della premier è presa di mira da parecchi mesi, così come è finito nel mirino dei media l’ex compagno di Meloni, Andrea Giambruno, vittima di una campagna che lo ha massacrato come uomo e come giornalista. Ce ne siamo forse dimenticati? È un film già visto e rivisto. Cosa pensa lei di questa faccenda?
Vito Lombardi.

Caro Vito, in seguito agli articoli incalzanti e diffamatori di alcuni giornali che hanno raccontato della presunta regia della sorella della premier alle riunioni per decidere sui vertici Rai e Trenitalia e alle domande vessatorie di alcuni personaggi dell’opposizione, che per opportunismo politico hanno fornito credito a tali insinuazioni, ovvero hanno dato per buone le presunte pressioni esercitate da Arianna Meloni in relazione alle nomine delle società pubbliche, è plausibile immaginare che tutte queste operazioni siano preludio di un avviso di garanzia, tuttavia tale avviso non è ancora giunto e non è scontato che giunga. E questo deve essere precisato, a scanso di equivoci. Arianna Meloni, la quale pure ha ricevuto messaggi e dichiarazioni di solidarietà a destra forse un pochino fuoriluogo e frettolosi, non è indagata e non è detto che lo sarà. Come tu specifichi, c’è un unico elemento certo: la consuetudine consolidata a sinistra di lanciare pietre contro i familiari di alcuni soggetti politici di spicco allo scopo di fare traballare proprio questi ultimi, di infangarli, di screditarli agli occhi degli elettori. Una strategia che però non funziona, che indebolisce e mina semmai la credibilità di chi la adopera in maniera spregiudicata, alimentando teoremi e ricostruzioni fantasiose che non trovano riscontro nella realtà. Mi colpisce che persino uno come Matteo Renzi, garantista, il quale è finito insieme ai suoi parenti stretti nel tritacarne mediatico e giudiziario, sia caduto nell’errore di cogliere la palla al balzo e fare Meloni vittima di quello che egli stesso ha patito, ossia la carneficina di un familiare a scopo politico. Eppure è stata proprio Italia Viva a insistere sul presunto intervento di Arianna, la quale, in sostanza, stando a quanto narrano i progressisti, avrebbe un ruolo decisivo in certi ambiti decisionali.

Difficile crederlo. Arianna Meloni non ha mai avuto nemmeno un ruolo istituzionale qualunque e non perché non sia capace, ma soltanto per l’estrema serietà delle sorelle Meloni, in particolare di Giorgia, la quale ha investito tutta la sua esistenza nella politica e nutre un profondo rispetto nei confronti della cosa pubblica di cui la sinistra e non la destra ha fatto scempio nei lustri in cui è stata al potere, spartendosela come se si trattasse di una roba privata, di una torta.
Io sono fermamente convinto della correttezza di queste donne, che hanno la mia stima. Ed è questa la ragione per la quale credo che sia stato forse sollevato un polverone inutile.

Non escludo che l’indagine sia stata aperta, ma, anche se fosse, sarebbe l’ennesimo fascicolo aperto e poi archiviato nel giro di poco tempo. Chi agisce limpidamente non ha nulla da temere. Deve sorridere, compatire i nemici per la loro slealtà e lasciarli fare.

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