Carlo Calenda e i suoi attaccano il governo Meloni per non aver ancora approvato la legge di Bilancio. Il leader del Terzo Polo, assieme a Matteo Richetti, Luigi Marattin e Raffaella Paita, in conferenza stampa al Senato hanno accusato l'esecutivo che non avrebbe tenuto conto delle indicazioni su salute, giovani e altre tematiche (piano Industria 4.0) sottolineando che non parteciperanno più ai lavori della commissione ritenendo "inutile" la loro presenza.
"Fuori controllo"
"Il punto è che la manovra è andata fuori controllo", ha detto il numero uno di Azione perché "il processo stesso si è andato intortando", affermando di aver voluto usare volutamente l'espressione romanesca e sottolineando di aver tenuto fino a questo momento un atteggiamento costruttivo e responsabile ma che "non ha prodotto nulla" perché "su tutti questi punti il governo ha deciso di non tenere conto delle nostre indicazioni". Durante l'invettiva, Calenda ha dichiarato che non c'è una maggioranza in grado di portare avanti la legislatura e che il Mef sarebbe "completamente allo sbando". Infine, ha paragonato la situazione a un treno direttissimo con cui andrebbe a sbattere il governo.
Marattin: "Limite alla decenza"
Dopo Calenda ha preso la parola il capogruppo Azione-Iv in commissione Bilancio alla Camera, Luigi Marattin, che ha attaccato di nuovo la maggioranza che starebbe cercando di far passarre il messaggio che una situazione come questa si è verificata anche altre volte in passato. "Ma nel passato accadeva a novembre, mai nella storia si era arrivati al 20 dicembre senza un emendamento approvato: 421 su 500 sono stati accantonati", ha aggiunto il capogruppo. Da qui, ecco il vittimismo precoce di Azione: secondo Marattin si dirà che "è tutta colpa dell'opposizione". In conclusione, anche lui ha spiegato che il Terzo polo rimarrà a guardare e non parteciperà più ai lavori perché "c'è un limite a mancanza di rispetto, arroganza, decenza. per noi la partita finisce qui".
Calenda attacca Ciriani
Durante la conferenza stampa, Calenda se l'è presa poi anche con il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, che avrebbe insultato un parlamentare eletto, Marattin, durante i lavori sulla Legge di Bilancio. "Ci aspettiamo le scuse del ministro", ha dichiarato, salvo poi chiamarlo "presuntuoso e ciuccio". Tornando a parlare dei lavori, il leader di Azione ha attaccato ancora Giorgia Meloni dicendo che la legislatura è iniziata nel peggiore dei modi e che non c'è memoria "in termini di macello del governo. I proclami populistici svaniscono entrati a Palazzo Chigi". Gli ha fatto eco anche Matteo Richetti, l'altro capogruppo con Marattin, il quale ha detto di cogliere le sfumature: "Sono le 15.20 del 20 dicembre, non c'è stato alcun intervento ostruzionistico, è mancato completamente il lavoro della maggioranza".
Paita: "Volevamo essere d'aiuto"
Si fa sentire anche Raffaella Paita, Presidente del Gruppo Azione-Italia Viva in Sernato che parla di "debolezza endemica" sulla scelta della maggioranza di governo di dare la fiducia al decreto aiuti quater che sarebbe "un errore che evidenzia tutta la loro incapacità di essere compatti dopo soli due mesi".
La nota della presidente prosegue con la disponibilità a ridurre il numero degli emendamenti e dare il contributo del Terzo Polo a famiglie e imprese così provate dalla crisi. "Avremmo voluto tendere una mano perché siamo un'opposizione costruttiva, non ideologica. Questa decisione però non ci consente di incidere come avremmo voluto".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.