
#IoStoConRomano". L'ex premier ec ex segretario del Pd Enrico Letta ha pubblicato su X un selfie assieme a Romano Prodi accompagnato da questo hasthag, ma nessuno ha seguito il suo esempio. All'indomani delle polemiche scoppiate dopo il diverbio avuto dall'ex premier con una giornalista di Quarta Repubblica su un passaggio del Manifesto di Ventotene, i messaggi di solidarietà latitano.
Ma non solo l'hasthag lanciato da Letta non diventa virale, ma i commenti a quel tweet sono alquanto caustici. L'unico esponente del Pd che risponde al messaggio di Letta è la senatrice Sandra Zampa, ex storica collaboratrice di Prodi che si limite a scrivere un semplice "anch'io" senza rilanciare l'hasthag, mentre il capogruppo di Fdi in Senato, Lucio Malan, scrive: "Non dubitavamo! Uniti per tutti i punti del Manifesto di Ventotene!". Dall'account ufficiale del partito di Giorgia Meloni, invece, si replica semplicemente: "Smettetela di difendere l'indifendibile", rilanciando il selfie pubblicato da Letta. Durissimo anche il commento della giornalista del Corriere della Sera Maria Teresa Meli che, sul suo profilo X, ripubblica la foto con questa dedica: "Due sciagure, 2025, olio su tela", mentre a Letta ha risposto: "Sempre dalla parte sbagliata. Sempre".
#IoStoConRomano pic.twitter.com/fjf6ClWxre
— Enrico Letta (@EnricoLetta) March 23, 2025
L'unico esponente del Pd a esporsi pubblicamente al fianco di Prodi è Gianni Cuperlo che, su Facebook, in un lungo post, ha fatto un riassunto della vicenda e, poi, ha commentato: "Bon, da un lato che se la destra arma una polemica sul nulla vien da pensare siano davvero malconci. Al Professore l’augurio di una serena domenica e la solidarietà (perché le 'domande del cavolò temo proseguiranno), ma il tempo di qualche saggezza presto o tardi ritornerà". Così sui social il deputato del Pd, Gianni Cuperlo". È interessante che, poco dopo il lancio dell’hastag #IoStoConRomano da parte di Letta, è stato lanciato #IoStoConLaviniaOrefici che sta avendo molto più successo. Ad esprimere solidarietà nei confronti della giornalista di Mediaset è stato anche il giornalista del Corriere della Sera Goffredo Buccini che ha twittato: "Al netto dei capelli (tirati o meno) il tono usato da #Prodi nei confronti della collega @laviniaorefici rispondendo a una domanda su #Ventotene (poco importa la qualità della domanda) e’ inaccettabile. A Lavinia la mia piena solidarietà, i politici di destra sinistra o centro devono recuperare rispetto per noi giornalisti, tocca a noi insegnarglielo stando uniti in questi casi al di là delle ideologie".
Inevitabili anche le reazioni del mondo politico di centrodestra con Marco Scurria, vicecapogruppo dei senatori di Fratelli d’Italia, che in una nota si dice convinto che, parlando sia di Prodi sia quanto affermato da Fausto Bertinotti, profetizza che a parti inverse "sarebbe successo un finimondo" e dice: "La sinistra avrebbe rispolverato il solito ridicolo arnese dialettico dell’allarme fascismo, i giornaloni suoi amici avrebbero dedicato agli episodi le prime pagine e forse i sindacati rossi avrebbero già organizzato manifestazioni di protesta. E invece, a parti inverse, la sinistra ipocritamente tace, perché conosce l’indignazione soltanto quando viene colpita, mentre nei confronti degli avversari politici non ammette rispetto”.
Tommaso Foti, ministro per gli Affari europei, le Politiche di coesione e il Pnrr, su Facebook, scrive: "Prima l'ex presidente del Consiglio, Romano Prodi, si scaglia contro una giornalista per una domanda non gradita; poi l'ex presidente della Camera, Fausto Bertinotti, afferma che, se fosse stato alla Camera, avrebbe lanciato un oggetto contro la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Che dire? Nostalgia, nostalgia canaglia, di una sinistra violenta che sbaglia".
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