Manca sempre meno al 10 marzo, giorno in cui gli elettori dell'Abruzzo saranno chiamati al voto per le elezioni regionali. Si tratta di un appuntamento verso cui sono rivolti gli attenti e curiosi sguardi della politica nazionale, visto che sarà il primo vero test per il campo larghissimo della sinistra: Partito democratico, Movimento 5 Stelle, Verdi-Sinistra italiana, Demos, Azione, Socialisti Popolari Riformatori, Abruzzo Vivo, Psi, Riformisti e civici, Abruzzo insieme hanno deciso di riunirsi sotto lo stesso cappello, di compattarsi per tentare di battere il centrodestra e ottenere la guida della Regione. Ma l'operazione del "tutti dentro" potrebbe non bastare, visto che dall'ultimo sondaggio emerge come la maxi-coalizione parta da una situazione di svantaggio.
Marsilio è in vantaggio
La rilevazione di BiDiMedia ha scattato una fotografia sull'attuale contesto politico in Abruzzo a pochi giorni dal voto, in particolar modo se si considera lo scenario di assoluto bipolarismo. Da una parte Marco Marsilio è dato favorito per la conferma dopo il successo alle urne maturato nel 2019: il candidato del centrodestra può godere del 52,6% delle intenzioni di voto. Dall'altra Luciano D'Amico è costretto a rincorrere: la figura su cui ha puntato il campo larghissimo della sinistra non va oltre il 47,4%.
Vanno presi in considerazione due ulteriori elementi. Il primo riguarda il margine di differenza: Marsilio parte con il 5,2% di vantaggio rispetto a D'Amico, un divario positivo ma che comunque non permette di lasciarsi andare a pronostici certi. Il secondo è incentrato sulla quota di indecisi che ammonta al 25%. Probabilmente la partita si giocherà proprio qui. D'Amico spera di contare sull'effetto traino per la presenza di Elly Schlein e Giuseppe Conte sul territorio, ma al tempo stesso non potranno passare inosservate le molte divergenze che la maxi-coalizione rossa presenta (dalla sanità privata alle infrastrutture passando per l'ambiente). Senza dimenticare che un minestrone del genere potrebbe allontanare diversi elettori che non gradiscono la presenza di partiti ritenuti ostili (con quale convinzione un grillino potrebbe votare lo stesso schieramento condiviso con Carlo Calenda?).
Il centrodestra vola in Abruzzo
La situazione si fa ancora più interessante dal punto di vista delle coalizioni. Il centrodestra può vantare il 53,3% delle intenzioni di voto così composto: Fratelli d'Italia al 29,6%, Forza Italia al 10,2%, Lega al 7,9%, Lista Marsilio presidente al 3,3%, DC-UDC all'1,2%, Noi moderati all'1,1%. Si tratta di un margine di vantaggio di ben 6,6 punti percentuali rispetto agli avversari. Infatti il centrosinistra si ferma al 46,7% nonostante il "tutti dentro": Partito democratico al 18,7%, Movimento 5 Stelle al 10,8%, Abruzzo insieme-D'Amico presidente al 6%, Alleanza Verdi e Sinistra al 4,1%, Azione-Socialisti Popolari e Riformatori al 4%, Socialisti-Italia Viva al 3,1%.
Le considerazioni e i commenti del caso potranno essere fatti a urne chiuse e alla luce del risultato emerso. È ovvio che se i numeri di questo sondaggio fossero confermati scatterebbe in via automatica una riflessione: neanche il campo larghissimo basta per arginare il centrodestra? Il che potrebbe confermare come fare una sommatoria di partiti "contro" e non "per" rischia di essere penalizzato dagli elettori.
Nota del sondaggio:
a) Sondaggio realizzato da BiDiMedia s.r.l.
b) Committente: Associazione Bidimedia;
c) Estensione territoriale: Abruzzo;
d) Totale contatti: 1.000 intervistati su 2.005 contatti totali; tasso di risposta utile complessiva: 50%;
e) Interviste effettuate nel periodo 12-16 febbraio 2024 con metodo CAWI / Da Panel;
f) Il sondaggio è disponibile qui.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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