La sparata di Boccia: "Parole di Meloni e Salvini anticamera dell’eversione"

Il capogruppo del Pd al Senato è intervenuto nel dibattito sulla sentenza di Catania: "Le loro dichiarazioni dimostrano insofferenza alla terzietà del potere giudiziario"

La sparata di Boccia: "Parole di Meloni e Salvini anticamera dell’eversione"
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Elly Schlein è stata tra le prime personalità politiche a schierarsi al fianco della giudice pro migranti Iolanda Apostolico, al centro del dibattito per aver disapplicato il decreto Cutro e non aver convalidato i provvedimento di trattenimento in un Cpr nei confronti di tre richiedenti asilo. Ora anche altri esponenti dem sono scesi in campo per difendere la toga immigrazionista e non poteva mancare l’assistente civico della Schlein, ossia l’ex ministro Francesco Boccia.

Il capogruppo del Partito Democratico al Senato ha colto la palla al balzo per sostenere la linea della segretaria ed attaccare il governo e il premier Meloni."Sono sconcertato. Pensavo che le parole della premier fossero un fake. Dimostrano un'insofferenza alla terzietà del potere giudiziario e la conferma di quanto questa destra non abbia rispetto della Costituzione che infatti vogliono cambiare. Non pensavo che lei facesse una cosa alla Salvini”, il j’accuse di Boccia ai microfoni di Metropolis:“Da Salvini la Costituzione presa a calci e calpestata ce la si aspetta. Anche se una persona con questo profilo non fa il vicepremier. Le parole di Meloni fanno il paio con quelle di Salvini di ieri che dice interverremo sulla magistratura. Questo è l'anticamera dell'eversione".

L'anticamera dell'eversione, una definizione che entra di diritto nell'elenco delle sparate dell'anno. Ma Boccia non è l'unico dem ad aver perorato la causa della magistrata Apostolico. Marco Furfaro ha optato per il solito minestrone privo di qualsivoglia senso e/o verità: "La farina di insetti, la carne coltivata, i rave, il sempre verde Soros, le ong, i poteri forti, i giornali, il Pos, i bambini delle coppie omogenitoriali, gli omosessuali, le donne che si mettono la minigonna, il tetto al contante. E, da oggi, anche i magistrati. Tutto pur di nascondere che governano per i più forti e a danno dei più deboli. Un piagnisteo insopportabile di codardi che devono sempre dare la colpa agli altri dei loro fallimenti. Questo è Giorgia Meloni e il suo governo".

C'è persino chi si è spinto a ipotizzare complotti e magheggi di Salvini per evitare condanne, è il caso di Alfredo Bazoli (capogruppo Pd nella commissione Giustizia a Palazzo Madama): "La giustizia che ha in testa Salvini, e la sua maggioranza, è quella in cui nessun magistrato oserà mai emettere una sentenza che non gli piace? È per questo che invoca a gran voce la separazione delle carriere e la

responsabilità civile dei magistrati? È questo che persegue il governo, una magistratura addomesticata che non osi contrariare il signor ministro Salvini e chi governa con lui?". Insomma, sempre la stessa sterile solfa.

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