Spesa sanitaria, Puglia ancora sotto accusa: conti sballati

La Ragioneria dello Stato bacchetta la Regione nell'ultimo rapporto sul monitoraggio della spesa sanitaria

Spesa sanitaria, Puglia ancora sotto accusa: conti sballati
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Puglia sotto accusa per la spesa sanitaria. La Ragioneria dello Stato bacchetta la Regione nell'ultimo rapporto sul monitoraggio della spesa sanitaria: i conti non tornano. A oltre un anno dal tentativo della giunta regionale di uscire, (dopo 14 anni) dal piano di rientro, con una delibera che fissava tetti di spesa per le Asl e chiudeva i rubinetti anche nei confronti delle cliniche, Roma continua a guardare alla Puglia come a un sorvegliato speciale. Con un deficit importante.

Una proposta di piano di rientro 2024-2026 fu trasmessa a gennaio 2024, ma alle obiezioni del ministero non è mai stata data risposta. Un'altra raccomandazione riguarda «l'adozione di misure per migliorare le coperture vaccinali pediatriche e per antinfluenzale anziano». Per quanto riguarda l'assistenza ospedaliera, la stessa Ragioneria è «in attesa di ricevere il piano di riordino della rete ospedaliera, emergenza-urgenza e reti tempo dipendenti» e dei dati di monitoraggio anno 2023, relativi all'attività dei nodi delle reti tempo-dipendenti (cardiologica, ictus e trauma).

Dal report del dipartimento che vigila sull'attività finanziaria e contabile degli enti locali emergono anche alcune tendenze. La Puglia, per esempio, è tra le regioni che spendono di più per le prestazioni private. Un quinto della spesa sanitaria totale va alle cliniche e agli studi: più della media nazionale, che è del 2023, e con un incremento dell'1% rispetto al 2022. Un trend in aumento dopo anni di discesa: nel 2015 la spesa era al 23,7.

Nel complesso la spesa sanitaria è aumentata fra il 2014 e il 2023, con un incremento nazionale medio del 2% all'anno. La Puglia è passata da 7 a 8,5 miliardi di euro, con un ritmo più accelerato a partire dal 2020. Parallelamente anche il finanziamento della spesa effettiva è aumentato, passando da 7,1 a 8,4 miliardi.

Nel 2023 ha registrato un disavanzo di 72 milioni di euro, ovvero la metà rispetto all'anno precedente. La Puglia è anche tra le regioni nelle quali la spesa per i redditi da lavoro incide di meno sulla spesa generale: è del 27,8%, due punti in meno rispetto alla media nazionale.

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