La nuova star della sinistra torna a bacchettare l'Italia: “Non abbiamo fatto i conti con il fascismo”

La presidente del Consiglio degli studenti dell'Università di Padova Emma Ruzzon si scaglia contro l'esecutivo: "Ho tolto la camicia nera perchè noi studenti abbiamo paura"

Emma Ruzzon
Emma Ruzzon
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Tolti i panni della rivoluzionaria partigiana contro il nuovo regime di Giorgia Meloni, la presidente del Consiglio degli studenti dell’Università di Padova, Emma Ruzzon, si improvvisa storica e torna ad attaccare l’Italia che, secondo la sua ricostruzione politico-sociale, “non ha ancora fatto i conti” né con il fascismo né con Benito Mussolini. Nella sua ultima intervista a Vanity Fair, la studentessa torna sull’episodio che l’ha resa nota al grande pubblico e non perde occasione per rispolverare la lotta al Ventennio che non esiste.

La ragazza, durante il tradizionale discorso di inaugurazione dell’anno accademico, prima aveva denunciato la presenza di “troppe camicie nere in giro” e poi, a stretto giro, si era tolta la sua elegante camicia nera che indossava dopo un lungo intervento contro il fascismo. Incalzata da Vanity Fair, la nuova paladina della sinistra antifascista ribadisce: “Ho scelto di togliere questo simbolo che è la camicia nera durante l'inaugurazione dell'anno accademico perché confrontandomi con gli altri studenti, non solo di recente ma in generale negli ultimi anni, è palese un senso di paura e preoccupazione nei confronti di quello che vediamo accadere in Italia e non solo”.

Ecco che torna la paura. Come nel preludio di un nuovo autoritarismo il timore torna a galla. Il motivo è presto detto: “Si parla di un certo tipo di legittimazione della violenza nei confronti anche dei giovani, penso ai manganelli anche sui quattordicenni che protestavano per la pace, ma anche il controllo della televisione nazionale e come vengono bloccati certi messaggi”. Insomma la colpa, come al solito, ricade sul governo guidato da Giorgia Meloni. L’Italia, secondo la studentessa, non è riuscita a fare i conti con il fascismo come la Germania è riuscita con il nazismo.

“Siamo altrettanto consapevoli che il nostro Paese non ha fatto i conti in maniera completa con quel periodo e con quello che ha significato per la popolazione la figura di Benito Mussolini”, sottolinea. Questo, continua, non solo è “innegabile” ma sarebbe perfino “falso” dire il contrario.

“Abbiamo cariche importantissime, come la seconda carica più importante dello Stato, che orgogliosamente, soprattutto in periodi meno sospetti parlava del fascismo”, conclude la 24enne tirando in ballo il presidente del Senato Ignazio La Russa.

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