
"Quando penso al tempo in questi anni tolto ai miei figli, che è il mio cruccio più grande, il vostro affetto qui mi dice che è tempo ben investito per il loro futuro". È stato questo l'esordio di Matteo Salvini del discorso conclusivo del congresso della Lega in corso a Firenze.
"Per anni dotti analisti hanno decretato la fine della Lega imminente. Ci hanno allungato la vita", ha detto Salvini che, poi, ha aggiunto: "La Lega non è un partito, è una comunità, è un movimento, è una famiglia. Per noi contano i voti e le vittorie, ma per noi conta anche l'amicizia". Il segretario del Carroccio, rieletto per la terza volta, ha salutato tutto il popolo della Lega dicendo: "Oggi è domenica di Quaresima. In Italia abbiamo radici cristiane, con tutto l'affetto per chiunque arrivi". Il vicepremier, poi, ha ricordato le vittime del terremoto dell'Aquila "perché dove c'è da costruire, la Lega c'è" e ha voluto mandare un abbraccio a Vittorio Sgarbi augurandogli una rapida guarigiorne. Non è mancato neppure il saluto al fondatore della Lega: "Ringrazio Bossi che siamo andati a trovare nei giorni scorsi. Tornerà presto a Roma quando ci saranno votazioni determinanti". Un grazie è stato rivolto a Giorgia Meloni" per il suo intervento. "Autonomia e premierato vanno avanti insieme, mano nella mano", ha sentenziato Salvini. Inevitabile anche una frecciatina al M5S per la manifestazione che ha svolto ieri a Roma: "Siamo ancora qua, lasciamo ad altri le piazze della rabbia e della gelosia. Ieri abbiamo avuto la possibilità di ascoltare uno degli imprenditori più importanti del mondo mentre in altre piazze la star era la tiktoker che invitava ad andare a Roccaraso. Ognuno si sceglie i testimonial che preferisce, ma lo dico con il massimo della simpatia per chi è lontano da me".
Salvini è poi intervenuto sul possibile suo ritorno al Viminale e ha definito Matteo Piantedosi "un amico", "un ottimo ministro" e una "persona leale, di fiducia, di parola". Poi ha aggiunto: "Questo è un congresso di partito, è il mio dovere ascoltare quello che il mio partito, i sindaci e gli amministratori mi chiedono e ci chiedono. Parlerò con Piantedosi e con Meloni, sono a disposizione della Lega e del governo”. Detto ciò, Salvini ha ribadito la compattezza del governo: "Non ci faranno mai litigare, ci stanno provando da due anni e mezzo. Abbiamo storie diverse ed è questo il bello della coalizione di governo. La Lega è garante delle diversità, noi proteggiamo le diversità. Questo governo - ha assicurato il vicepremier - ha l'obiettivo di arrivare a 2027, e se gli elettori lo vorranno, e non ci arresteranno prima, arrivare anche al 2032". Poi ha aggiunto: "Io mi trovo benissimo con Giorgia e i nostri alleati. Va bene anche fare il secondo. Ora siamo secondi nella coalizione e a volte è anche rigenerante essere secondi, avere qualcuno che ti apre il vento. Poi l'obiettivo è tornare a essere i primi, a tirare il gruppo. È chiaro".
Salvini, poi, è entrato più nel vivo dell'attualità e sui dazi ha detto: "È folle pensare a una guerra commerciale con gli Stati Uniti. Rimettiamo una concorrenza leale nei confronti dei Paesi che sfruttano il lavoro minorile per arricchire qualche multinazionale". Salvini ha sottolineato l'importanza di tutelare i piccoli risparmiatori in un contesto di continue oscillazioni del mercato finanziario. "La borsa era arrivata ai suoi massimi storici, ma non erano i piccoli risparmiatori", ha detto riferendosi a chi approfitta della situazione per guadagnare enormi profitti, a scapito dei risparmiatori comuni. "Il nostro dovere è quello di proteggere chi scommette sull'economia reale, i piccoli risparmiatori che fanno fatica a mettere da parte per il futuro", ha detto Salvini.
Sulle difficoltà nel stipulare un'intesa tra l'Islam e l'Italia, ha respinto l'accusa di "fanatismo" e "razzismo". Poi ha precisato: "Se tutte le confessioni religiose hanno sottoscritto un accordo con lo Stato italiano, ognuno può e deve credere nel Dio che vuole”, ma “fino a che la confessione islamica non riconoscerà un accordo con lo Stato italiano, sia nostro dovere non concedere nessuna spazio a chi non riconosce la supremazia del diritto” rispetto ad altre questioni. A proposito del problema dei femminicidi, Salvini è stato molto chiaro: "Se uccidi - ha detto - non è gelosia, non è possesso ma è vero che per qualche cultura la donna vale meno dell'uomo, è un oggetto. L'uomo può divorziare e la donna no, l'uomo può imparare l'italiano e la donna no. Io non voglio che i miei figli crescano in un'Italia in cui diamo pezzi di città a chi pensa che la donna vale meno".
Sul tema del piano di riarmo proposto dalla presidente della Commissione Europea Ursula Von Der Leyen, Salvini ha ribadito la sua posizione: "Se ci sono 800 miliardi per le armi è nostro dovere non spenderli in armi e proiettili ma in ospedali, scuole e lavoro". E ancora: "Superiamo il patto di stabilità non per comprare missili ma per investire in sanità, scuola e lavoro" anche perché "la storia - ha detto Salvini - insegna che quando a Berlino investono in carri armati non sempre finisce bene". E infine: "Non esiste una guerra giusta, chi sceglie la Lega sceglie la pace, senza se e senza ma". Il leader della Lega ha invitato a non "ragionare per tifoserie" dividendo il mondo tra "trumpiani o antitrumpiani" e "muskiani o antimuskiani", ma a "difendere il nostro interesse nazionale". Secondo Salvini "occorre dialogare con gli Stati Uniti" e perciò "la Lega è portatrice dell’idea che non possiamo fare la guerra con gli Stati Uniti, non è nostro interesse nazionale" anche perché "i controdazi raddoppierebbero i problemi". Il Green deal è "quello il mega dazio, è a Bruxelles il problema per le nostre imprese, è lì - ha detto Salvini - che bisogna usare la motosega di Milei e bisogna sfoltire".
Il leader del Carroccio, poi, è tornato a parlare di un suo cavallo di battaglia: "La rottamazione delle cartelle esattoriali è priorità assoluta. Un terzo degli italiani va a letto con una cartella esattoriale che gli toglie il respiro e la voglia di lavorare". Salvini ha spiegato che, in un momento in cui gli italiani affrontano ancora le difficoltà economiche post-pandemia, è fondamentale "dare ossigeno a chi è in difficoltà economica e favorire la ripresa del lavoro" con la pace fiscale e intervenire con azioni concrete: "Senza promettere mari e monti, dobbiamo pensare, condividere e proporre soluzioni. Senza imprenditori e partite IVA, l'Italia non sta in piedi". Salvini ha esultato per aver portato a casa l'abolizione dei test d'ingresso per entrare in medicina: "Dal prossimo anno, - ha detto - non sarà più la sorte a decidere chi entra in medicina, ma la bravura degli studenti". Salvini ha, poi, speso qualche parole sulle prossime imminenti feste civili: "Il 25 aprile non è delle bandiere rosse e dei compagni, e il primo maggio è la festa dei lavoratori, non è la festa della Cgil. Giù le mani dalla storia italiana, rimettiamo le cose a posto". E ha ricordato che: "tra coloro che contribuirono alla Liberazione c'erano anche gli estensori delle Carte Alpine e della Carta di Chivasso. Combattevano contro la dittatura e sostenevano la necessità del federalismo. Andiamo davanti ai licei a spiegarlo a chi non lo sa". Salvini, dopo aver ricordato l'anniversario dei 20 anni dalla morte di San Giovanni Paolo II, ha resoomaggio a Silvio Berlusconi definendolo "un uomo di pace che costruiva ponti e avvicinava popoli e culture". Il segretario della Lega l'ha detto dal palco del congresso del suo partito, mostrando la foto di Pratica di Mare, proiettata sul maxischermo, ha precisato: "Il grande è quello in mezzo" alludendo al Cavaliere che è al centro tra George Bush e Vladimir Putin. E ha aggiunto: "Grazie Silvio per quello che hai fatto e hai lasciato. Vediamo insieme agli altri di portarlo avanti".
Salvini, prima di essere ufficialmente rieletto per acclamazione, ha ringraziato nuovamente Umberto Bossi per aver dedicato la sua vita al Paese e ha ricordato anche Roberto Maroni: "Senza il suo passaggio alla segreteria, non saremmo qui ma a fare altro”. Il segretario ha ribadito l'importanza di coinvolgere non solo i militanti storici, ma di "aprire" il partito a nuove forze, portando a esempio il generale Roberto Vannacci che oggi ha preso la tessera del partito: “Umanamente ci sta, è chiaro che ciascuno è portato a dire ‘aspetta un attimo’. Se non aprissimo, questo sarebbe la fine del movimento.
Dobbiamo aprire le sedi a persone più brave di noi, ci sono e hanno voglia di dare una mano”. E, infine, una promessa: "Sono sicuro che al prossimo congresso federale il mio orgoglio sarà di essere delegato, perché qua, non so chi e non so come, ma c'è il prossimo segretario federale".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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