La targa antifascista e antidemocratica

In sostanza, noi desumiamo che una persona sia fascista dal fatto che ella non si dichiari antifascista. È la cultura del sospetto

La targa antifascista e antidemocratica
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Caro Direttore Feltri,
perché Giorgia Meloni non si proclama “antifascista” per zittire così suoi avversari e chiudere per sempre ogni polemica?
Lorenzo Minerva

Caro Lorenzo,
ci rendiamo conto di quanto siamo diventati stupidi e superficiali? In sostanza, noi desumiamo che una persona sia fascista dal fatto che ella non si dichiari antifascista. È la cultura del sospetto, quella tipica dei regimi di destra e di sinistra. In pratica si pretende di accusare e incriminare un individuo sulla base del fatto che questi non si sforza abbastanza per provare che ciò che stiamo sostenendo sul suo conto è falso, che le accuse che gli muoviamo sono infondate. Un onere della prova questo che grava totalmente sul soggetto preso di mira, in questo caso Giorgia Meloni, la quale, amante della cultura del diritto propria dello Stato democratico e civile, rigetta di piegarsi a queste malsane logiche e, a testa alta, seguita a fare il suo lavoro quotidiano mentre viene insultata da tv e giornali nonché dagli antagonisti, in questi giorni rabbiosi più che mai in seguito all'ennesima sconfitta elettorale. Sconfitta che, se solo applicassero logica e buonsenso, dovrebbe indurli a concentrarsi su tematiche più costruttive e non sulle solite sterili questioni di lana caprina che gli elettori, i lettori e i cittadini patiscono. Ho udito battutacce squallide, offese, ragionamenti bizzarri i quali dovrebbero persuadere gli italiani a credere che l'attuale presidente del Consiglio sia un nemico del popolo, un fascista e che il fascismo intenda instaurare. Ma questa operazione non soltanto è per niente convincente ma altresì non se ne comprende il fine. È una maniera per indebolire il premier infangandolo? È una maniera della sinistra per ottenere voti? È una maniera di favorire un colpo di Stato che ribalti l'attuale regime fascista? Insomma, cosa stiamo facendo? Anzi, cosa stanno facendo?

Non si può affermare che un essere umano sia fascista in quanto non si dice antifascista. Sono le azioni a fare l'essere umano e a dare prova semmai di certe intenzioni.

Ammiro Giorgia che resta muta davanti a tutto questo. Anche solo intervenire, giustificarsi, spiegare, rendere conto, puntualizzare di non essere quello di cui viene tacciata di essere è il modo migliore per prendersi elegantemente gioco di chi vuole combatterla sfruttando disonestamente una pagina oscura della storia appartenente ad un capitolo chiuso parecchi decenni addietro. Rimanere in silenzio, in questo caso, non solo rappresenta una scelta intelligente ma anche un comportamento nobile ed elegante. Il messaggio che passa è forte e chiaro.

Nel portare avanti le loro elucubrazioni e le loro imputazioni i progressisti non certificano sempre di più lo spirito fascista che alberga in Meloni bensì lo spirito fascista che dimora in loro stessi, oltre che una irrimediabile e ancora più pericolosa stupidità unita ad una inferiorità politica e intellettuale di cui abbiamo già preso amaramente atto.

Avremmo

voluto una opposizione più lungimirante, concreta, forte. Invece, abbiamo questa opposizione qui, fatta di ricotta. Non serve il defunto fascismo per esautorarla. Cavoli, ci riesce benissimo da sola. Eccome se ci riesce.

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