Nessun dietrofront, anzi: Carlo Nordio tira dritto. Il ministro della Giustizia ha le idee chiare sul percorso liberale da seguire e ha ribadito le sue intenzioni ai microfoni de L’aria che tira, su La7. Uno dei dossier più scottanti è quello delle intercettazioni, il Guardasigilli ha tenuto a precisare: “Mai detto che vanno toccate le intercettazioni in tema di mafia e di terrorismo. Per gli altri reati, invece, esiste la possibilità di conciliare il diritto di cronaca con il diritto sancito dall'articolo 15 della Costituzione secondo cui il diritto alla segretezza delle conversazioni è inviolabile”. Esistono casi eccezionali che ne prevedono la vulnerabilità con il via libera dell’autorità giudiziaria, ha aggiunto Nordio, prima di stigmatizzare l’utilizzo del trojan:“Il trojan deve essere tolto, è un’arma incivile: può essere utilizzato come era all’inizio – ossia in casi eccezionali di gravissima pericolosità nazionale, pure mafia e terrorismo – ma per il resto no”.
Nordio fa chiarezza sull'abuso d'ufficio
Riflettori accesi anche sull’abuso d’ufficio, la posizione del governo è chiarissima. Dopo il confronto con l’Anci, Nordio ha intenzione di metterci mano:“Entro quindici giorni, proporremo la soppressione del reato di abuso d'ufficio per sindaci e amministratori. In questo modo daremo uno slancio enorme alla nostra economia perchè oggi gran parte dell'attività amministrativa è paralizzata dalla cosiddetta paura della firma”. La svolta è dietro l’angolo, dunque, considerando che – secondo il ministro – molti pubblici ministeri sfruttano questo reato come reato sentinella per trovarne altri: “Ma poi questo reato gli si dissolve in mano e la condanna non c’è”. Il titolare della Giustizia è categorico, se uno fa abuso d’ufficio perché si fa corrompere, esiste già il reato di corruzione: “Ecco perchè la macchina della giustizia si ingolfa. Le statistiche dicono che su 5000 indagini sull'abuso d'ufficio sono intervenute appena 20 condanne in un anno”.
"Qatargate? Con la valigia piena di soldi..."
Una delle priorità di Nordio è quella di ridurre i tempi dei processi anche per un fattore meramente economico: “La lentezza del nostro processo civile costa all’Italia 2 punti di Pil all’anno”. Fari puntati sulla giustizia civile, per certi versi più importante di quella penale, considerando che va a toccare nella vita tutti i cittadini. Le cause di questa lentezza sono evidenti: “Deriva da una serie di circostanze che possono ridursi in una disparità tra le risorse che abbiamo e i contenziosi che abbiamo”. “La ragione per cui molti investitori stranieri rinunciano ad investire in Italia è per la mancanza della certezza del diritto”, l’analisi del ministro: “L’organico della magistratura è ancora quello di tanti anni fa, quando l’industrializzazione italiana non era così estesa: siamo sotto organico. Ma soprattutto mancano gli amministrativi”.
A proposito di giustizia, impossibile non pensare allo scandalo Qatar.
Nordio ha rimarcato di non conoscere l’indagine sul Qatargate e di conservare la linea garantista anche in Europa, ma un dettaglio non può sfuggire: “Certo, la presunzione di innocenza si affievolisce quando trovi in una valigia di una persona alcune centinaia di migliaia di euro”. “Diciamo che davanti al reato in flagranza il garantismo crolla”, la chiosa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.