Ecco tutti i flop della sinistra

Da Rifondazione Comunista ad Articolo Uno, passando per i Verdi, la sinistra radicale in Italia non ha mai sfondato. Nessuno ha mai superato il 10%

Ecco tutti i flop della sinistra

L’ingresso di Alfredo D’Attorre e Sandro Ruotolo nella segreteria Pd di Elly Schlein sancisce la fine di Articolo Uno, il partito fondato sei anni fa da Pier Luigi Bersani e Roberto Speranza dopo la rottura con Matteo Renzi.

Articolo Uno è l’ennesimo partitino che nasce e muore a sinistra del Pd. La sinistra radicale, in Italia, dai tempi di Rifondazione Comunista a oggi, ha sempre avuto una vita alquanto travagliata e non è mai riuscita a emulare le imprese di Syriza, Podemos oppure de La France Insoumise. È bene evitare di addentrarsi nei meandri di tutte le scissioni che hanno attraversato la storia della sinistra italiana e concentrarsi sui partiti che hanno caratterizzato la Seconda e Terza Repubblica. Partiamo proprio da Articolo Uno che, al suo esordio elettorale, in occasione delle Politiche del 2018, prese il 3,3%, eleggendo 10 parlamentari in totale. Nel 2019, con l’uscita di Renzi dal Pd, inizia il riavvicinamento alla ‘casa paterna’ e, in vista delle Europee di quello stesso anno, gli ‘scissionisti’ bersanian-dalemiani corrono dentro le liste del Pd, ma non eleggono nessun rappresentante a Bruxelles. Va meglio nel 2022 quando, inseriti nella lista Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista, eleggono solo cinque deputati, tra cui il segretario nazionale nonché ex ministro della Salute, Roberto Speranza. Entro quest’anno si prevede lo scioglimento definitivo di questo fallimentare soggetto politico.

A dir la verità neanche Rifondazione Comunista di Fausto Bertinotti , pur riuscendo ad andare al governo, non ebbe mai dei risultati poi così eccellenti, ottenendo il suo massimo storico nel 1996 con l’8,6% in occasione delle elezioni Politiche che decretarono la vittoria dell’Ulivo. Non andò meglio a Sinistra Ecologia e Libertà di Nichi Vendola che, alle Politiche del 2013, pur eleggendo ben 37 parlamentari, prese solo il 3,2%. Un risultato decisamente onorevole, ma assai lontano a quelli che all’epoca otteneva Alexis Tsipras in Grecia. A conti fatti, nessun partito di estrema sinistra italiana ha mai superato il 10%.

In questa rapida carrellata, però, è bene includere anche i Verdi. Oggi il movimento guidato da Angelo Bonelli ha cambiato nome , si chiama Europa Verde e lo scorso 25 settembre è riuscito a rientrare a eleggere in Parlamento dei suoi rappresentanti dopo 17 anni. Nel frattempo, nel resto d’Europa, mentre i grillini rubavano le tematiche ambientaliste agli ecologisti italiani, i Verdi raggiungevano il 10% o, addirittura, come nel caso tedesco in occasione delle Europee del 2019, superavano il 20%. In Italia, invece, gli ambientalisti alle ultime elezioni Politiche hanno raggiunto il 4%, ma presentandosi compagnia di Sinistra Italiana di Nicola Fratoianni.

Alla luce di questi magri risultati, c’è da supporre che l’Italia non ami le svolte esageratamente progressiste e, quindi, il tentativo della Schlein di spostare l’asse del Pd sempre più a sinistra può risultare alquanto fallimentare.

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