Sarebbe potuto mai mancare l'allarme fascismo nell'ultima (noiosa) querelle che riguarda le coppie omosessuali? Mai e poi mai. Anche se, in questo caso, forse non ce lo saremmo mai aspettato. Perché serve un triplo tuffo carpiato per riuscire a infilare il Ventennio nella richiesta della procuratrice Valeria Sanzari di cancellare il nome della madre non biologica e rettificare il cognome attribuito ai figli negli atti di nascita del comune di Padova. Ci è riuscita Chiara Valerio. Su Repubblica, ovviamente. Titolo del commento pubblicato oggi: Il fascismo del sangue. Svolgimento: "Non mi viene in mente niente di più fascista del sangue - spiega - il sangue che stabilisce parentele, gerarchie, eredità, tradizioni. Il sangue che consente di mantenere i privilegi. Il privilegio che è l'opposto e il contrario del diritto. Il fascismo - incalza - ancora prima di una ideologia, di una memoria, dell'apologia di un reato, è una pratica. Una prassi quotidiana, anche amministrativa".
Fascismo, dunque. Ma dove? In procura? E perché mai? Forse perché, una volta tanto, c'è un procuratore che, anziché sostituirsi al Parlamento e piegare le leggi al proprio credo politico, ha seguito pedissequamente il codice civile? La procuratrice Sanzari l'ha detto chiaramente: "Sono tenuta a far rispettare la legge e con l'attuale normativa non posso fare altro". Impostazione che deve aver stranito Repubblica che ieri tuonava contro "l'ideologia della destra di governo" accusandola di essere entrata "nella vita delle famiglie" e averne affondato i propri artigli. Pura ideologia. La stessa sfoggiata in queste ore dal sindaco di Padova, Sergio Giordani, che, avendo ben chiaro (pare) che tocca alle Camere (e a nessun altro) legiferare, ha invitato il Parlamento a intervenire e colmare il "vuoto legislativo". Peccato che nel 2017, quando inizia a registrare gli atti di nascita ora incriminati, a Palazzo Chigi sieda Paolo Gentiloni e in parlamento a guidare la maggioranza ci sia il Partito democratico, lo stesso partito che lo sostiene in Comune. Eppure non ricordiamo strali contro quell'esecutivo né, qualche anno dopo, contro il Conte giallorosso sostenuto da Enrico Letta. Per carità, negli ultimi anni, Giordani non è stato l'unico sindaco a strappare, registrando atti di nascita senza l'avallo della legge. Ma, al pari di lui, nessuno ha mai presentato il conto al proprio partito.
E qui si torna al pericolo fascista. Ovviamente nascosto tra i banchi del governo. La Valerio lo ripete con ossessione: "il governo democraticamente eletto". Quello della Meloni, che lei disprezza e a cui addossa ogni colpa: "Non crea inclusione ma esclusione". Pure la segretaria dem, Elly Schlein, ci si butta a capofitto: "Non si capisce cosa questa destra abbia contro i bambini e perché voglia privarli delle loro famiglie". Ma, se è vero che la stretta trae spunto dalla sentenza della Cassazione, che il 30 dicembre 2022 ha stabilito che solo il genitore biologico può essere registrato sul certificato di nascita formato in Italia, è altrettanto vero che il centrosinistra se ne è sempre infischiato. Con che faccia oggi accusano il centrodestra? Perché quando avevano i voti, non se la sono votata? Lo stesso discorso potremmo farlo per mille altri temi etici che negli ultimi mesi il Pd sta tirando fuori, quasi per sport. La maternità surrogata, per esempio. Ma anche il ddl Zan, lo ius soli o il fine vita. Troppo comodo farne delle bandiere quando si è all'opposizione.
Perché, se non hanno i numeri nemmeno per farlo quando siedono al governo, può significare solo due cose: o che il pericolo fascista si annida pure nel loro sangue o che nemmeno i dem sono disposti ad appoggiare il modello di famiglia proposto dalla comunità Lgbt.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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