Da Vendola a Barca, dai grillini ai ribelli del Pd: torna l'armata rossa

Da Vendola a Barca ed Emiliano, da alcuni parlamentari grillini alla Fiom. E Rodotà a fare da collante

Da Vendola a Barca, dai grillini ai ribelli del Pd: torna l'armata rossa

C'è sempre una parte più a sinistra della sinistra che prova a differenziarsi e a unire alcuni pezzi di società civile o di minoranze partitiche o extraparlamentari per creare un soggetto politico alternativo al Pd. È un refrain che si ripete ciclicamente e che ogni volta vede un protagonista differente.

Adesso, è la volta di Stefano Rodotà. "Non posso assistere impassibile alla costruzione di un polo di sinistra che ha come obiettivo la divisione del M5S, in cui Rodotà si è posto come punto di riferimento", ha sentenziato Beppe Grillo nell'ultima puntata del suo battibecco col giurista. Al di là del ragionamento del portavoce del M5S (che dimentica che a sbrinare Rodotà dal suo mausoleo sono stati i grillini che lo hanno votato alle Quirinarie e poi osannato con cartelloni in suo onore davanti al Parlamento), la tesi fondata sull'assunto che Rodotà possa assurgere a collante di una certa parte del mondo della sinistra non è campata in aria.

Anzi, è stato lo stesso professore, il 2 maggio scorso, a dirsi disponibile a lavorare per una nuova idea di sinistra. "Non mi si può chiedere molto o troppo. Ma io sarò uno di quelli che insieme a molti altri faranno insieme un pezzo di strada per ricostruire una cultura politica''. Parole pronunciate al convegno organizzato dalla rivista Left al Teatro Eliseo di Roma e al quale erano presenti alcuni dei papabili compagni di strada di Rodotà. Da Nichi Vendola ad alcuni "ribelli" del Pd (come Civati e Cofferati) passando per quel che ancora rimaneva di Rivoluzione Civile e per alcuni esponenti del M5S.

D'altronde, il giurista ha sempre sostenuto che "se vogliamo ricostruire a sinistra, non possiamo escludere nessuno''. La stessa armata brancaleone si è vista di recente l'8 maggio scorso a piazza San Giovanni alla manifestazione della Fiom di Maurizio Landini (altro interlocutore privilegiato del nuovo progetto politico). C'era Vendola, c'era Civati, c'era Cofferati, c'era Gino Strada e c'era anche Fabrizio Barca.

Proprio l'ex ministro è colui che in qualche modo ha lanciato l'idea (o vi ha fornito concretezza col suo ultimo manifesto politico) della ricostruzione di un partito di sinistra. I rapporti con Vendola sono idilliaci. Il governatore della Puglia ha elogiato l'operato dell'ex ministro per la Coesione territoriale e lo ha definito un alleato naturale. E Barca, dal canto suo, vede "in Vendola alcune cose di Obama".

A dar manforte al progetto, ci sono poi alcuni degli esponenti del Movimento Arancione, come Luigi De Magistris e soprattutto Michele Emiliano. Il sindaco di Bari, un mese fa, inveiva contro il partito e invitava a rividerlo, "guardando a Vendola e a Barca". E poi c'è la novità rappresentata dal Movimento 5 Stelle. Infatti, non è difficile ipotizzare che alcuni grillini possano rimanere adulati dal progetto. Che in parte, in quanto a contenuti programmatici, non è poi così distante dalle istanze grilline. I primi segnali sono evidenti. Basta leggere le dichiarazioni dei parlamentari in difesa di Rodotà per scorgere potenziali alleati: da Adriano Zaccagnini ad Aris Prodani, da Walter Rizzetto ad Antonio Bocchino, ma non solo. Se ne contano almeno una cinquantina di parlamentari che sarebbero disponibili quantomeno a interfacciarsi con il Pd. Sempre al grido di Rodotà.

Insomma, uno per tutti, tutti per uno. Un film già visto. Un progetto sempre pensato e ancora non realizzato. Un minestrone di soggetti politici che assomiglia alla sinistra Arcobaleno del passato.

Ma non per Vendola, sicuro del fatto che "non risponderemo resuscitando la sinistra arcobaleno, non ci metteremo in un angolo di radicalismo. Se c'è chi pensa che la reazione al governissimo ci faccia scivolare nel passato, si illude. Vogliamo andare avanti".

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