Vergogna nella storia d'Italia: per la prima volta arrestato un direttore in redazione

Oggi è stata scritta la pagina più brutta nella storia della libertà di espressioni: Sallusti arrestato e portato via durante la riunione di redazione. Il blog di Vittorio Macioce: Sallusti, un giornalista arrestato per vendetta

La sedia vuota nell'ufficio del direttore Alessandro Sallusti
La sedia vuota nell'ufficio del direttore Alessandro Sallusti

La magistratura varca la soglia della sede del Giornale. Gli obiettivi delle telecamere puntati addosso, i flash delle macchine fotografiche che scattano a ripetizione. È una vergogna che segnerà, per sempre, il nostro Paese: i giudici fanno interrompere la riunione di redazione per notificare gli arresti domiciliari al direttore Alessandro Sallusti. Oggi viene scritta la più brutta pagina dei volumi di storia dell'informazione.

Sallusti lascia la sede di via Negri tra gli applausi dei colleghi. Quello che è stato fatto al direttore del Giornale è una durissima ferita che colpisce, infatti, tutta la categoria dei giornalisti e tutti gli italiani. "Peccato che sia finita così - ha detto con rammarico Sallusti prima di lasciare il Giornale - che siano entrati al giornale. Sono davvero incoscienti. Non si esegue l’arresto di un giornalista all’interno di un giornale". Il più grande dispiacere, però, è per una categoria, quella dei giornalisti, che non ha mai avuto un sussulto. "È una ferita - ha aggiunto Sallusti - per tutti i noi, per ilGiornale, abituato a essere ferito, del resto il suo fondatore è stato gambizzato. Siamo forti ma mi dispiace per il nostro mestiere. Non doveva finire così...". Non è mai successo, nella storia d'Italia, che il direttore di un giornale venisse arrestato all'interno della sede del proprio giornale, mentre sta lavorando - fianco a fianco di vicedirettori e capiredattori - per decidere quali notizie mettere in pagina, mentre sta lavorando per informare i propri lettori (guarda il video). Ed è così che viene interrotta la riunione di redazione, sotto lo sguardo attonito di tutti i colleghi. A Sallusti viene notificato l'ordine di arresto, viene strappato dalla redazione e condotto a casa. Qui, proprio come aveva già annunciato ieri in conferenza stampa, ci resta davvero poco e, appena visto, viene arrestato e portato in Questura: adesso verrà processato per direttissima in tribunale a Milano. Per il reato di evasione si rischiano una pena che va da uno a tre anni di reclusione. "Non ho intenzione di stare agli arresti domiciliari - aveva spiegato ieri Sallusti - mi adeguo al giudizio della procura, la Camera penale, che hanno ritenuto che Bruti Liberati mi stesse facendo un favore".

Bisogna risalire agli inizi degli anni Cinquanta per assistere a un'altra violenza tale. Nel 1954 Giovannino Guareschi fu condannato per diffamazione su denuncia dell'ex presidente del Consiglio Alcide De Gasperi in seguito alla pubblicazione di due lettere autografe del politico trentino risalenti al 1944. Il 15 aprile Guareschi fu condannato in primo grado a dodici mesi di carcere. Non presentò ricorso in appello poiché ritenne di avere subito un'ingiustizia: "Qui non si tratta di riformare una sentenza, ma un costume. Accetto la condanna come accetterei un pugno in faccia: non mi interessa dimostrare che mi è stato dato ingiustamente". Subito dopo Guareschi fu recluso nel carcere di San Francesco del Prato a Parma. Vi rimase per 409 giorni. Con la stessa violenza oggi viene arrestato Sallusti. Per un articolo che non ha nemmno scritto lui.

Per una rettifica che non è mai stata chiesta. Per una sentenza incredibile che è riuscita a trasformare una multa di 5mila euro a una condanna a 14 mesi di carcere. Succede in Italia. Succede nelle peggiori dittature del mondo.

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