- Terrificante longorm di Stefano Massini su Donald Trump, scritto con la boria del sotuttoio. Credo di essermi imbattuto solo nell’ultima puntata, per grazia di Dio. E mi è bastata largamente. In pratica in poche righe è riuscito a raccontare Trump come una sorta di mostro a tre teste capopopolo di un branco di buzzurri, idolatrando invece Barack Obama che in realtà era parimenti populista al suo alter ego bianco.
- Il populismo di Obama andava bene perché era politicamente corretto benché ipocrita: coltivava l’orto (salvo spingere sull’inquinante fracking per prelevare il gas), professava la sanità per tutti (che in 8 anni di governo non ha minimamente raggiunto) e la pace tra i popoli (mentre scatenava guerre a destra e a manca), tanto che alla fine anche i commentatori meno devoti dovettero ammettere che la sua presidenza fu sì rivoluzionaria al momento dell’elezione, ma decisamente deludente alla conta dei fatti. State a sentire invece Massini come si prostra in un brodo di giuggiole: Obama “era in questo senso un Trump ribaltato, la traduzione in essere umano di valori, idee, principi e soprattutto desideri di legioni di elettori che in lui e nella sua storia riponevano la propria”. Per caso camminava anche sulle acque?
- Santanchè rinviata a giudizio? É innocente oggi come era innocente ieri. Non cambia nulla. Quindi per principio garantista banale, non deve dimettersi. Fine.
- Il razzo di Starship esplode dopo il lancio e i giornali italiani raggiungono l’orgasmo: non aspettavano altro che spiattellare in prima pagina il fallimento di Elon Musk, nuovo nemico del popolo educato bene. In realtà il lancio di SpaceX è riuscito parzialmente: il gruppo è riuscito di nuovo a “catturare” il razzo che spara in orbita la navicella spaziale, riprendendolo “al volo” come aveva già fatto qualche mese fa. Il resto è esploso dopo un po’? Certo, ma i test sono fatti apposta: per osservare gli errori, raccogliere dati e migliorarsi. Se fosse semplice “riuscire al primo lancio”, non sarebbe necessario arrivare al settimo. No?
- Ps: solo in Italia, a dimostrazione del nostro provincialismo, la notizia del lancio “fallito” di SpaceX è stata piazzata nella posizione più rilevante del maggior quotidiano nazionale. Tutti gli altri parlano di Gaza, per dire.
- Anne Hidalgo, sindaca di Parigi, fa lasciare all’amministrazione comunale X di Elon Musk. E sti grandissimi…
- Ieri sera sono state pubblicate le nuove, inedite, immagini dell’incidente di Milano costato la vita a Ramy Elgaml, il giovane egiziano che insieme all’amico è fuggito a bordo di uno scooter. Sono i video registrati dalla badycam di uno dei carabinieri intervenuto subito dopo lo schianto. Cosa ci raccontano? Fatti molto importanti. E soprattutto l’analisi perfetta fatta a caldo da una soccorritrice del 118. Ma ci arriveremo. Le immagini mostrano i soccorsi prestati dai carabinieri ai due ragazzi. La richiesta incessante di un’ambulanza. Il tentativo di rassicurare Fares per non farlo agitare. Più volte i carabinieri, a caldo, parlano di “caduta” mentre il giovane alla guida dello scooter è convinto di essere stato “toccato". Due versioni contrastanti: spetterà al perito stabilire se vi sia stato o meno un contatto, che secondo la Polizia Locale non sarebbe stato la causa della caduta. Ma la frase più intelligente, semplice, logica, e che dà una lezione ai vari Beppe Sala, Franco Gabrielli, David Parenzo e Roberto Vecchioni, la pronuncia una delle soccorritrici: “TI hanno preso i carabinieri da dietro e ti hanno sbattuto?”, chiede. “Sì”, risponde Fares. E lei: “Se tu ti fermavi, i carabinieri non ti facevano cadere”. Sia chiaro: questo non significa che i militari possano speronare chi vogliono, sempre che lo abbiano fatto: saranno le indagini a stabilire se il loro comportamento ha seguito le i protocolli operativi (che peraltro non esistono dettagliati). Il fatto qui è che la dottoressa coglie il punto fondamentale dell’intera vicenda ed è in grado di farlo in un momento drammatico, con Fares ferito e Ramy morto, mentre tanti commentatori straparlano ex post comodamente seduti su una scrivania: sarebbe bastato fermarsi all’alt, non scappare per chilometri contromano e a folle velocità, per evitare la tragedia. Punto.
- Su Elon Musk discorso per metà intelligente e per metà no di Olaf Scholz, cancelliere tedesco: "Non dobbiamo criticare il fatto che un miliardario dica qualcosa, ma quello che dice. Lui sostiene l'estrema destra in tutta Europa, nel Regno Unito, in Germania e in molti altri Paesi. E questo è assolutamente inaccettabile. Questo mette in pericolo lo sviluppo democratico dell'Europa, mette in pericolo la nostra comunità”. La parte intelligente è quella iniziale: Elon è un cittadino che dice quel che vuole quando vuole, anche adesso che sta al governo con Trump, soprattutto perché fu proprio Scholz a “intervenire” nelle elezioni italiane contro Giorgia Meloni nonostante fosse un capo di Stato straniero. La parte meno intelligente invece è la seconda: lecito criticare la scelta di Musk di appoggiare Afd, ma definirla “inaccettabile” è sbagliato. E smentisce quanto affermato poco prima sulla libertà di parola. La mosse di Elon possono essere definite da Olaf “sbagliate”, “criticabili”, “erronee”, “fuori tempo”, ma pensare che possano “mettere in pericolo la comunità” solo perché invitano a votare un partito che ai socialisti tedeschi non piace… beh: questo significa non avere un grande senso della democrazia. Se il popolo sceglie, non mette mai “in pericolo” la società. Qualsiasi scelta faccia.
- Una legge di Joe Biden costringe i cinesi a vendere Tik
Tok negli Usa. La scusa? Sono a rischio i dati dei cittadini americani. Va bene. Ma poi il giorno in cui chiuderanno le aziende americane in Cina per gli stessi futili motivi non accusate Pechino di essere una dittatura.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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