
- Cosa ci resta di Papa Francesco? Difficile dirlo. Di solito l’eredità di un pontefice la si comprende a fondo solo in seguito, quando il nuovo Santo Padre segue la scia di quello precedente o inverte del tutto la strada. Si può tuttavia affermare che è stato un Papa confusionario dal punto di vista comunicativo (benedizione ai gay ma astio per la “frociaggine”, progressismo sì ma no alla teoria del gender, condanna dell’aborto e allo stesso tempo l’amicizia con Emma Bonino). Ha modificato il linguaggio senza tuttavia rivoluzionare la dottrina, difficile dire se per volontà o per opposizioni varie. Troppo umano e poco sacrale. Forse eccessivamente ambiguo per chi cercava nel Sommo Pontefice non un fratello ma una guida. Non un compagno, ma un faro. Sì, è vero: è stato il papa degli ultimi, dei migranti, dei poveri. Ma è davvero quello che serve alla Chiesa? O, forse, occorrerebbe -oggi più che mai- un Papa del Sacro?
- Il titolo al pezzo di Aldo Cazzullo sintetizza il tutto meglio di ogni altra cosa: “Un Papa dentro lo spirito del tempo”. Ed è proprio questo il “problema”. Ad un politico si chiede di essere in linea con il contesto storico, semmai di diventarne il leader, ma comprendendo i desiderata del popolo. Ad un Papa no. Non serve un Vescovo di Roma che si innesti nella “rivolta contro l’establishment, le élite e il sistema”. Serve un testimone saldo del messaggio di Cristo, più attento ai temi della fede che a quelli del riscaldamento climatico. Perché il mistero della Transustanziazione resta sempre un mistero, quale che sia “lo spirito del tempo”.
- Ecco il punto: spesso Bergoglio è stato apprezzato più dai laici che dai credenti, almeno da una fetta di essi. Dialogava con Eugenio Scalfari, più che con i grandi teologhi, e spesso lasciava che questi fraintendesse i suoi pensieri senza curarsene. Si faceva intervistare da Fabio Fazio, abbandonando troppo di rado quella sana distanza e riverenza tra il capo delle Chiesa e il suo popolo. E poi il blitz a Sanremo, quello nel negozio di dischi, le interviste irrituali in aereo, le innumerevoli telefonate, lo schiaffo alla fedele in piazza, quel ritrarre la mano quando qualcuno tentava di baciare l’anello, la “frociaggine”, eccetera eccetera eccetera. C’è chi sostiene che sia stato “uno sforzo di evangelizzazione”, ma in realtà ha forse finoto più col desacralizzare il ruolo.
- Io comprendo tutto. Ma non capisco perché i giornalisti dovrebbero parlare sempre al plurale. “Oggi ci sentiamo tutti smarriti”, scrive Cazzullo. Ma non è così. Non può essere così. Non per tutti almeno.
- Il Corriere dedica una pagina a Papa Francesco raccontando lo sconcerto di Emma Bonino, radicale, pro-aborto e pro-eutanasia, i due grandi mali per la Chiesa, condannati anche da Bergoglio; e intervistando Fausto Bertinotti. Ci manca solo Che Guevara e siamo a cavallo.
- In fondo la Chiesa che ci lascia in eredità Francesco è “divisa, disorientata e confusa. In una parola sfibrata”. Uso i termini di Massimo Franco per non apparire anti-bergogliano per principio. Il problema è che, scrive il Vaticano, il “romano Pontefice, quale successore di Pietro” dovrebbe essere il “perpetuo e visibile principio e fondamento dell'unità sia dei vescovi sia della moltitudine dei fedeli”. E Francesco, a giudicare dai commenti che leggo oggi, non lo è stato.
- Volete sapere qual è il vero segreto del successo di Papa Francesco? Bergoglio rispetto a Ratzinger ha avuto una grande fortuna: quella di godere, non si sa bene come mai, di ottima stampa. I media si sono concentrati sulle sue uscite “rivoluzonare” (i gay, le donne, i migranti), sulle sue apparizioni a Sanremo e sui gesti spontanei, tralasciando ciò che meno piaceva (i medici abortisti definiti “sicari”, l’eutanasia, il gender). Con Benedetto XVI avveniva sempre il contrario: benché dal punto di vista del magistero non sia cambiato nulla (le donne non possono diventare preti, i gay non possono sposarsi, l'aborto è ancora immorale), a nessuno è mai venuto in mente di cacciare il Papa dall'università come successo con il "pastore tedesco".
- Qualcuno sostiene che nella foga di cercare l’approvazione dei laici, dei non credenti, degli intellettuali agnostici, abbia finito col perdere, o di dimenticare, un pezzo di gregge. Sono d’accordo. Quanti dei grandi intellettuali folgorati dal Bergoglio-pastore-degli-ultimi si è convertito a Cristo? Che si sappia, quasi nessuno. I laici sono rimasti laici, gli agnostici agnostici, qualche fedele forse s’è perso. Non so se sia un grande risultato.
- Un po’ fa ridere. Perché quando morì Benedetto XVI i giornali scrissero che aveva “rivoluzionato la Chiesa”. Oggi dicono lo stesso di Francesco. Eppure erano così diversi…
- Vi sembra normale che un assassino ammazzi un povero domestico a Milano se poche ore prima era stato fermato per violazione di domicilio e per furto? No, non lo è. Sopratutto è ingiusto per chi fino alla mattina di Pasqua viveva la sua vita e il giorno dopo si ritrova al cimitero per colpa di un sistema che si dimostra garantista solo verso quei reati che più invece provocano allarme sociale. La storia è questa: poche ore prima che un ladro uccidesse un uomo nel centro di Milano, lo stesso bandito era stato trovato su un balcone a pochi passi dalla stazione centrale. Fermato dai carabinieri, il gambiano è stato sì fermato ma poi lasciato libero di andarsene con una banale denuncia per violazione di domicilio. Non solo. Il giorno precedente, sabato, i poliziotti di una volante lo avevano bloccato dopo il furto di un jeans e di un ombrello da un balcone in zona Porta Romana. Anche in quel caso è stato rilasciato con denuncia a piede libero. Quindi riassumendo: un signore, con un precedente per guida in stato di ebrezza, viene fermato sabato per furto e domenica per violazione di domicilio. Ma dopo essere stato bloccato viene lasciato libero di entrare in un altro appartamento e di ammazzare un pover’uomo che si è solo trovato al momento sbagliato nel posto sbagliato. Va bene: il Male non si può estirpare dal mondo e non tutti i ladri possono essere fermati.
Ma è assurdo che, quando la polizia ci riesce, non possa evitare che subito dopo tornino a commettere crimini. E poi mi volete dire che la famiglia del defunto non dovrebbe arrabbiarsi con le leggi che non hanno impedito a quel malvivente di commettere un omicidio?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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