Al terzo posto del podio dei peggiori questa settimana abbiamo Silvio Viale, consigliere comunale di Torino. Ginecologo, radicale, da sempre in prima fila nelle battaglie a favore dell'aborto, l'anno scorso è stato indagato dalla procura di Torino per presunte molestie. Quattro giovani pazienti lo hanno accusato di palpeggiamenti e ammiccamenti a sfondo sessuale. Ma questa è un'altra storia. Sul podio oggi finisce per il violento attacco ad alcune colleghe in Sala Rossa. A chi lo contestava ha risposto sprezzante: "Se l'antipatia personale supera la questione politica avete sbagliato lavoro. Tornate nei vostri quartieri a fare le casalinghe". Per nulla una bella scena, indegna a prescindere ma tanto più se consumata in un luogo istituzionale e da un rappresentante delle istituzioni. Ora non vogliamo lanciarci in una filippica femminista (certi luoghi comuni li lasciamo ad altri), però una cosa ce la sentiamo di dirla al dottor Viale: la politica non si fa coi luoghi comuni e con gli attacchi sessisti ma con le idee e il confronto.
Al secondo posto torna la macchina del fango diretta, sulla tivù pubblica, dal solito Sigfrido Ranucci. Domenica scorsa l'ennesima puntata di Report ha riesumato infamanti accuse e teorie blislacche, già ampiamente sepolte da numerosissime archiviazioni, pur di attaccare ancora una volta Silvio Berlusconi. L'indignazione nei confronti di un programma pagato da tutti noi contribuenti è stata fortissima. Marina Berlusconi, nell’annunciare querela, ha definito la trasmissione "pattume mediatico-giudiziario" facendo giustamente notare che Ranucci e i suoi "non si fermano nemmeno davanti alla morte". Viene davvero da chiedersi fin dove siano disposti a spingersi. Perché tutte le volte che crediamo di aver visto il peggio, ecco venire smentiti da servizi ancora più bassi. Non siamo qui a chiedere un intervento della Rai perché la cancellazione del programma farebbe di Ranucci un martire (e forse quello che lui sta cercando). Ma un appello a Report lo lanciamo: basta fango.
Il primo dei peggiori è il sindaco di Bologna Matteo Lepore che ha invitato in Comune i giovani protagonisti degli scontri di piazza della scorsa settimana. Ovviamente non i centri sociali, gli antagonisti o i collettivi ma gli immigrati di seconda generazione che hanno sfasciato mezza città insieme ai soliti violenti rossi per cui ogni occasione è buona per spaccare vetrine e pestare le forze dell'ordine. "Penso sia importante parlarsi per capire che cosa si vuole fare in questa città", ha detto Lepore. Che poi almeno ha ammesso: "Alcuni è probabile che siano stati coinvolti negli scontri". E poi il solito buonismo che non porta a nulla: "Non basta solo la repressione: a forza di fare il volto scuro si finisce per essere deturpati, non risolvere i problemi". Il problema non è solo Lepore. Molti sindaci di sinistra da sempre flirtano con i centri sociali, con le sigle antagoniste e con i collettivi rossi.
E si dimostrano sempre troppo teneri con gli immigrati che non rispettano le regole. E questo non può che portare altra violenza. Ne sanno qualcosa i nostri poliziotti che a ogni manifestazione rischiano di finire in ospedale. Salvo poi finire crocifissi quando provano a difendersi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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