"Vince solo nella Ztl”. Bonaccini attacca Schlein e apre al Terzo Polo

Elly Schlein, in vista delle primarie Pd, è in testa nella grandi città. Il comitato di Stefano Bonaccini alza i toni dello scontro: "Lei vince solo nella Ztl"

"Vince solo nella Ztl”. Bonaccini attacca Schlein e apre al Terzo Polo

Il congresso del Pd, tra numeri discordanti e tessere gonfiate, fatica ad ingranare sul piano dei contenuti. L’argomento condiviso da tutte le forze di opposizione, tra mille discussioni e retromarce, sembra uno solo: il salario minimo. Intanto ieri, in tarda serata, la Commissione nazionale per il congresso dem ha aggiornato i dati parziali: lo scontro a due tra Elly Schlein e Stefano Bonaccini è sempre più accesso, anche sul piano verbale.

Il commento al veleno

La battaglia solitaria tra i due ex colleghi, Stefano Bonaccini da una parte, Elly Schlein dall’altra, è confermata dai numeri parziali resi noti dalla Commissione dem. Bonaccini è in testa con quasi 12 mila voti e si trova ben 12 punti avanti rispetto alla giovane sfidante. Elly Schlein, dal canto suo, ottiene il 37% dei 25 mila iscritti che si sono finora espressi. A preoccupare la squadra di Bonaccini sono i voti nelle diverse città medie e grandi, dove Elly Schlein sembra convincere di più rispetto al governatore emiliano. Al momento la giovane deputata dem è avanti a Milano, a Siena, a Venezia, a Genova mentre a Bologna è testa a testa: 45,5 Bonaccini, 45 Schlein.

Il comitato di Bonaccini, almeno a parole, non sembra preoccupato dai numeri di Schlein e decide di alzare i toni dello scontro: “Schlein è come il vecchio Pd: vince nella Ztl, perde in periferia”. Questo è il commento al veleno attribuito da Repubblica alla squadra di Bonaccini. In effetti, se si va a guardare i numeri parziali, un dato sembra confermare la tesi del team di Bonaccini: Schlein va meglio nei quartieri benestanti, più ci si allontana in periferia e più i voti di Bonaccini crescono. Un dato, che sicuramente dovrà far riflettere la giovane candidata alla segreteria Pd.

L'assist a Calenda

Stefano Bonaccini, forte dei numeri che lo danno in netto vantaggio, comincia a tessere le tela delle alleanze in funzione anti-centrodestra. L’unico dossier condiviso dal Pd e dagli altri due partiti di opposizione è l’introduzione del salario minimo. Una battaglia che tutti si vogliono intestare ma per motivi diametralmente opposti. Il Movimento 5stelle, guidato da Giuseppe Conte, è mosso dalla volontà di continuare a “rubare” i voti al Partito democratico e guidare il fronte delle sinistre. Carlo Calenda, leader del Terzo Polo, vuole intraprendere la strada tortuosa del salario minimo assieme al nuovo segretario dem per allontanare lo spauracchio di un nuovo “campo largo”.

Infine, Stefano Bonaccini che, per darsi un’aria da riformatore contrapposta all’ala massimalista di Schlein, decide di aprire a Carlo Calenda: “La prima cosa che farà il Pd se sarò segretario – spiega il governatore a DiMartedìè raccogliere le firme per una legge d’iniziativa

popolare per introdurre il salario minimo”. Forse siamo in malafede, o forse siamo solo facili profeti: il salario minimo, come si è visto negli ultimi giorni con il botta e risposta tra Conte e Calenda, sarà l’ennesimo terreno di scontro al Nazareno.

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