Roma - Hanno provato ad accelerare. Il Movimento 5 stelle ha tentato il blitz: voto sulla decadenza di Berlusconi da senatore il 5 novembre. Subito, la prossima settimana. Ma nemmeno il Pd, che pure aveva mostrato tentazioni nei confronti della proposta stellata, ha detto di sì. Per ora la data sul voto finale è momentaneamente congelata, l'aula del Senato ha bocciato l'intenzione dei grillini, ieri più sanguinari che mai, guardati dall'alto da Beppe Grillo, che ha assistito ai lavori di palazzo Madama dalla tribuna. La conferenza dei capigruppo ha fissato il programma dei lavori d'aula fino al 22 novembre, e non c'è traccia della decadenza di Silvio Berlusconi. Anche nella Giunta per il regolamento, riunita ieri per definire se il voto dovrà essere palese o segreto, l'accelerazione ha lasciato il posto a una momentanea tregua. Ma qui solo di poche ore. Il voto tecnico è previsto per questa mattina, anche se il Pdl chiede più tempo dopo la pubblicazione delle motivazioni della sentenza della corte d'appello di Milano, che definisce la decadenza come «sanzione amministrativa - la sottolineatura in aula è di Renato Schifani, il capogruppo - e in forza di ciò non può essere retroattiva».
Quelle di ieri sono state soltanto piccole dilazioni. Lentamente il gioco dei ruoli sta venendo allo scoperto: i grillini sulle barricate, il Pd equivoco (ieri disposto al voto immediato, se la giunta avesse deciso entro il pomeriggio), Scelta Civica dilaniata anche su Berlusconi, oltre che per le vicende interne. Matteo Renzi esclude dubbi democratici: «Niente di male se c'è il voto palese, io sono per la trasparenza più totale».
Il Pdl invece è comparso al Senato più compatto che mai contro il «plotone di esecuzione» in azione, come lo ha chiamato Schifani. «Un attentato ai diritti dell'uomo», ha definito il voto palese anche Roberto Formigoni. Schifani ha polemizzato anche con il presidente Pietro Grasso per la convocazione «notturna della giunta». I lavori tecnici sono stati poi sospesi in attesa della fine dell'aula. Per prima ha preso la parola in giunta Anna Maria Bernini del Pdl. Nel tardo pomeriggio sembrava trapelare la decisione di non forzare i tempi, di ragionare, e votare oggi. Lo scontro vero quindi è andato in scena in aula. Solo in serata la giunta si è riunita ancora con il parere di Francesco Russo del Pd.
«Tutti gli italiani onesti e il Movimento Cinque Stelle chiedono che si voti immediatamente sulla decadenza di Silvio Berlusconi», ha insistito nel suo intervento in aula la capogruppo Paola Taverna, sorvegliata da Grillo nel pubblico. Il Pd, con Claudio Martini, si è detto favorevole, ma a patto che si aspetti il parere della Giunta per il regolamento, «la procedura». Ecco perché i democratici non hanno appoggiato al richiesta dei grillini: la giunta non si era ancora espressa quando l'aula ha votato la proposta stellata. Il risultato sono stati una serie di sberleffi dei Cinque Stelle contro l'ala di centrosinistra dell'emiciclo: applausi ironici che sono molto piaciuti a Grillo. Il sostegno al M5s è arrivato soltanto da Sinistra e Libertà.
Da Scelta Civica Pier Ferdinando Casini si è nettamente schierato contro l'accelerazione del voto: «Capisco che deve fare bella figura con Grillo, ma per favore...
», ha ironizzato il presidente dell'Udc dopo l'intervento della grillina Taverna. Il parere della montiana Linda Lanzillotta sarà determinante nella Giunta del regolamento. Per il capogruppo uscente Gianluca Susta «l'orientamento che prevarrà sarà quello per il voto palese».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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