Intesa Sanpaolo Private banking aumentano raccolta e clienti

Intesa Sanpaolo Private banking aumentano raccolta e clienti

Il patrimonio di una banca private è rappresentato dalla forza della sua relazione con i clienti: la forza di questa relazione si misura con il flusso di liquidità che la banca raccoglie in tutti i momenti di mercato. Il biennio 2008-2009 sta rappresentando per Intesa Sanpaolo Private Banking un periodo particolarmente positivo sotto questo aspetto. L’appartenenza a un grande gruppo e la forza di un brand che evoca solidità, stabilità, professionalità ha favorito un sostanziale incremento della raccolta e di nuovi clienti che hanno preferito affidarsi a Intesa Sanpaolo Private Banking rispetto a banche minori o internazionali che probabilmente hanno disatteso le aspettative dei clienti. L’obiettivo primario della strategia commerciale di Intesa Sanpaolo Private Banking è salvaguardare in un’ottica intergenerazionale il patrimonio dei propri clienti.
Per questo la banca guidata dall’ad Paolo Molesini ha da sempre focalizzato la sua attenzione sul rigoroso controllo del rischio attuato in modo integrato e facendo perno sulle tre leve che compongono il suo modello di servizio: le competenze dei private banker, l’efficienza del monitoraggio dell’asset allocation dei clienti e quindi del value at risk di tutti i portafogli, la strategia commerciale in open architecture.
Il corretto equilibrio tra queste tre leve ha consentito a Intesa Sanpaolo Private Banking di governare attentamente, in tutte le fasi del mercato, l’asset allocation dei clienti in una visione core satellite, dove la parte centrale del portafoglio dei clienti è seguita direttamente dal team interno alla banca delle gestioni patrimoniali. La stretta vicinanza degli asset manager ai private banker ha rafforzato il legame tra la banca e i suoi clienti attenuando sia gli eccessi di euforia sia quelli di panico.
La professionalità dei private banker e il loro aggiornamento rappresentano il punto nodale della strategia: la costante vicinanza ai propri clienti, la cooptazione quotidiana della direzione generale negli incontri, ha accompagnato i clienti lungo gli ultimi drammatici mesi evitando scelte e decisioni emotive. Il costante monitoraggio del rischio di portafoglio in tutte le sue componenti ha guidato le scelte strategiche di portafoglio. L’andamento anomalo infatti di alcuni fondi ha evidenziato una complessità della situazione sensibilmente superiore a quella che era normalmente percepibile e percepita. Dopo l’estate del 2007, quando le prime avvisaglie della crisi dei mutui subprime erano emerse, l’asset allocation complessiva è stata improntata a una maggiore prudenza. L’80% delle masse in gestione patrimoniale, quindi la parte core dei portafogli dei clienti, sono state posizionate su linee di gestione patrimoniale con una esposizione massima sul mercato azionario del 15% mentre sono state privilegiate forme di investimento della liquidità come le polizze assicurative di ramo I che rappresentano un valido strumento per i clienti con un profilo di rischio medio basso. L’azione di riduzione della esposizione sull’equity è stata portata avanti anche nella parte satellite che viene attuata utilizzando i suggerimenti e le trading idea del servizio di consulenza interno, ma anche i fondi e le sicav distribuite dalla banca. Oggi Intesa Sanpaolo Private Banking offre ai propri clienti i migliori fondi internazionali di oltre 15 case di investimento: i 1.300 comparti offerti vengono costantemente analizzati da un team interno che è in grado di analizzare anche la composizione interna dei singoli fondi: in questo modo è garantita la piena trasparenza verso i clienti, migliorando di fatto la loro consapevolezza sulle scelte effettuate. Di fatto la trasparenza informativa per Intesa Sanpaolo Private Banking rappresenta il frutto finale del suo modello di servizio che consente di perseguire l’idea di fondo delle strategie di Warren Buffett: «Investi su ciò che conosci e comprendi»
Negli ultimi mesi i mercati, dopo il drammatico avvio del primo trimestre, hanno iniziato a valutare con maggiore attenzione e minore emotività le reali condizioni del sistema finanziario internazionale e del commercio mondiale.

La discesa della volatilità è stata percepita dai clienti che hanno iniziato a valutare gradualmente il ritorno sui mercati azionari, prediligendo temi chiari e società e settori con core business e brand visibili, sempre nel rispetto del loro profilo di rischio.

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