Intrappolati al cinema, li salvano i carabinieri

Padre e figlio si attardano per leggere i titoli di coda e restano bloccati. Liberi soltanto alle due di notte

Erano venuti al cinema dalla periferia per vedere The Eagles, avventuroso colossal ambientato nella Bretagna imperiale e si sono ritrovati, loro malgrado, protagonisti di un thriller claustrofobico in stile Panic room, quello dove l’attrice Jodie Foster e la figlia restano intrappolate in una camera blindata. La disavventura, che ha dell’incredibile trattandosi di un normale sabato sera all’Odeon, il più celebre multisala del centro storico, è accaduto ad Alessandro T., un giovane di 16 anni e a suo padre Fulvio. Per una serie di coincidenze ancora tutte da chiarire, padre e figlio sono rimasti bloccati per ore nel corridoio dell’uscita di sicurezza del cinema che hanno invano tentato di aprire al termine del secondo spettacolo serale. A liberarli, una pattuglia di carabinieri e i pompieri intervenuti, a cinema ormai spento, soltanto due ore dopo. Un concorso di colpa, per questo allucinante fine serata, va probabilmente anche al direttore della fotografia della pellicola diretta dallo scozzese Mcdonald, perché proprio i suggestivi scenari alla Braveheart che fanno da sfondo alle battaglie di The Eagle, hanno convinto la coppia a rimanere in poltrona fino all’ultimo titolo di coda. Un diritto sacrosanto, si dirà, ma evidentemente a rischio se la serata è piovosa, gli spettatori sono pochi e i custodi hanno fretta di tornare a casa.
Il racconto dei due mette i brividi perché si capisce che questa brutta storia sarebbe potuta capitare a chiunque. «Siamo rimasti davanti allo schermo fino alla fine perché eravamo curiosi di sapere dove fosse stato girato il film e senza fretta perché avevamo appena visto un custode entrare in sala per accertarsi che fosse vuota e noi eravamo ben visibili». A quel punto ha inizio l’incubo. «Non ci siamo avviati verso l’uscita principale ma verso quella laterale allo schermo. Seguendo le indicazioni, abbiamo superato due porte antincendio: la prima era socchiusa, la seconda l’abbiamo aperta a spinta con il classico maniglione antipanico. A quel punto ci siamo ritrovati in un breve corridoio in fondo al quale c’era l’ultima porta che dà su via Agnello, ma quando abbiamo provato ad aprirla abbiamo visto che era bloccata dalla saracinesca esterna che era già stata abbassata». I due a quel punto hanno fatto ciò che avrebbe fatto chiunque, hanno cioè provato a tornare indietro. «Invano, perché la porta antipanico chiusa alle nostre spalle non era riapribile in quanto sprovvista di maniglia». In trappola. Ma fino a un certo punto, verrebbe da dire, perché è sabato sera, è appena passata la mezzanotte e siamo in un multisala a pochi metri da corso Vittorio Emanuele che fino a tardi è un viavai continuo. Eppure per i due l’incubo è soltanto cominciato. Per prima cosa iniziano a bussare forte contro le porte per attirare l’attenzione di qualcuno e si sbracciano davanti alle telecamere interne provando a far scattare i sensori d’allarme; il cinema, in fondo, è ancora aperto e qualcuno dovrebbe accorgersi. Niente. Il cellulare. «Abbiamo provato a chiamare i numeri verdi a cui fa capo l’Odeon ma risultavano inattivi, mentre le due linee fisse risultavano una esistente e l’altra attiva dalle 9 alle 22».
A quel punto non resta che la soluzione estrema: chiamare la polizia, anche perché, nel frattempo, le luci si spengono e i due restano completamente al buio. «Una pattuglia dei carabinieri è arrivata soltanto alle 2 - racconta il ragazzo - con una squadra di pompieri che hanno iniziato a forzare la saracinesca.

Ma di lì a poco è passata una macchina di vigilantes che è riuscita a rintracciare le chiavi del cinema e finalmente ci hanno liberato dalla porta principale». L’happy end, però, non consola i malcapitati e francamente neppure noi. Perché le porte erano chiuse e perché non ha funzionato il sistema di allarme?

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