IPOCRISIA AD ALTA VELOCITÀ

L’opposizione di centrosinistra ha quasi sempre tentato di fare un uso strumentale e fazioso delle esternazioni del presidente Ciampi. Ha più volte tirato per la giacchetta il capo dello Stato, ha preteso di imporre come interpretazioni autentiche centoni apocrifi del suo pensiero, ostentando sempre e comunque, però, il massimo rispetto per l’inquilino del Quirinale. Anzi, ha sempre preteso di far quadrato intorno a lui, accusando di lesa democrazia e di attacco alla Costituzione gli esponenti della maggioranza che non avessero condiviso l’uso e l’abuso delle parole di Ciampi.
Il presidente non si tocca, mai, per nessun motivo... A meno che, a meno che non dica sulla Tav, e sulle proteste che vorrebbero bloccarla, parole chiare e sensate, ispirate allo slancio europeistico che per il presidente non è mai stato un argomento di maniera. Ciampi è stato inequivocabile: non possiamo isolarci dalle grande correnti di traffico continentali – la Tav ne costituisce un elemento fondamentale – nella consapevolezza che le attuali tecnologie consentono di salvaguardare l’ambiente.
Ebbene, è bastata questa piana esternazione a far perdere a una certa sinistra, quella che vive di agitazioni, fibrillazioni indotte e allarmi procurati, non soltanto il galateo altre volte ostentato, ma anche il senso della decenza politica. In una gradazione di interventi che vanno dall’attacco più aspro ai ridicoli tentativi di falsificare, ancora una volta, le parole che giungono dal Colle.
L’on. Franco Giordano, rifondatore comunista, è uscito proprio dai gangheri e ha sostenuto – e deve aver sibilato con ira mentre dettava la dichiarazione – che non rientra nelle prerogative del presidente dover decidere le scelte di sviluppo del Paese. Stia al posto suo, l’uomo dell’inno nazionale e della vocazione europea, faccia il notaio e non osi impicciarsi di cose concrete. Che a quelle ci pensano gli uomini della sinistra pura e dura. Avete capito?
Per Alfonso Pecoraro Scanio, Verde di bile, il presidente probabilmente non ha capito nulla e, prima di parlare, dovrebbe ricevere e ascoltare una quarantina almeno di sindaci contrari alla Tav. Insomma, parole avventate, ah se il presidente sapesse.
Più severo, ma sostanzialmente concorde sull’incompetenza specifica di Carlo Azeglio Ciampi – che ha fatto anche il presidente del Consiglio e il governatore della Banca d’Italia, ma non il ferroviere – è l’on. Cento, che concorda con Pecoraro Scanio e agita il ditino ammonitore: quando non si sanno le cose, non si possono fare affermazioni nette. Questo il senso della sua irritazione.
Vittorio Agnoletto, che è sempre di Rifondazione comunista ed è anche eurodeputato, si è probabilmente reso conto che i compagni e gli alieni di colore verde erano andati, come dire, un po’ sopra le righe e allora ha cercato la mitica terza via, il passaggio periglioso fra l’arduo e il ridicolo. E ha spiegato che in fondo, certo un po’ in fondo, forse molto in fondo, Ciampi dice le stesse cose che dicono gli agnoletti dell’ambientalismo felice e protervo. Insomma, il presidente è con loro.


In tutto questo giro di dichiarazioni e fallacci si avverte il silenzio fragoroso della «sinistra buona», di quel centrosinistra soi-disant riformista che approverebbe la Tav e però non ha la forza e il piglio per zittire i compagni di strada. Ciampi non si tocca, ma anche la sinistra radicale va riverita. L’ipocrisia viaggia, anche adesso, ad alta velocità.

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