Italia Uno: «Mai più wrestling sulla nostra tv»

L’emittente: «La tragedia di Benoit inconciliabile con lo show»

Italia 1 mette il wrestling al tappeto. Definitivamente. La morte è apparsa su questo carrozzone dove tutto è falso, dove la violenza è spettacolo e i pugni non fanno male e le urla affogano nello show e nel denaro. La morte, quella vera, ha scelto come vestito il dramma e la disperazione di Chirs Benoit, il wrestler che mercoledì sera si è impiccato dopo aver ucciso la moglie e il figlio di 7 anni. La televisione ama il wrestling, ma senza l’odore del dramma.
La rete «giovane» del gruppo Mediaset ha così deciso di rinunciare al programma Smack Down che andava in onda ogni domenica alle 10.45. «A seguito di questa tragedia - si legge in una nota dell’emittente - abbiamo deciso di rinunciare ad un contenuto pregiato della nostra programmazione. Nel rispetto del pubblico dei più piccoli che non può correre il rischio di confondere la realtà con la fantasia. Finché si trattava di “botte” tra personaggi al confine tra i supereroi dei fumetti e i protagonisti dei cartoni animati, tutto funzionava nei giusti canoni dello spettacolo e del divertimento, ma quando poi la cronaca nera più efferata contamina la nostra proposta, allora Italia 1 non ci sta più».
Immediate le reazioni: «Finalmente un’iniziativa dettata dal buon senso. Siamo sempre stati contrari al wrestling in tv - commenta il presidente dell’Aiart, Associazione di telespettatori di matrice cattolica, Luca Borgomeo -. Purtroppo c’è voluta una tragedia familiare per far capire ai responsabili di Italia 1 che il wrestling non va trasmesso in televisione, soprattutto quando i più piccoli sono davanti al piccolo schermo».
«Decisione sacrosanta, ma forse un po’ tardiva - aggiunge Enzo Carra, parlamentare della Margherita -. Da tempo sollecitiamo una riflessione sul bombardamento emotivo cui sono sottoposti i ragazzi che assistono in tv ad uno spettacolo violento in cui spesso è difficile distinguere tra il verosimile e l’improbabile. Questo non significa criminalizzare il wrestling, ma semplicemente interrogarsi sugli effetti che la visione di questi scontri abbia sui nostri ragazzi, tanto più alla luce dei gravissimi fatti di cronaca nera che hanno spinto i responsabili di Italia 1 a chiudere il programma. Ben venga, dunque, la sensibilità della emittente televisiva, ma forse qualche domanda su questo tipo di spettacolo bisognava porsela anche prima che la cronaca più efferata facesse irruzione nei palinsesti per gli spettatori più giovani».
La polizia ha intanto scoperto l’identità, senza rivelare al momento nome e cognome, di chi aggiornò la biografia di Chris Benoit sul web aggiungendo la notizia della morte di sua moglie ancor prima che se ne scoprisse il corpo.
Secondo quanto riferito dai media americani, il per ora sconosciuto navigatore di internet si è difeso dicendo che aveva appreso «da voci e indiscrezioni dell’ambiente del wrestling» che la moglie di Benoit era morta.

Per questo aveva girato via mail la notizia ai responsabili dell’enciclopedia on line Wikipedia. «Si è trattato di una terribile coincidenza», ha detto alla polizia l’anonimo navigatore, che ha aggiunto di essere «terribilmente dispiaciuto».

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