Tbilisi - E venne il giorno dell'ira funesta del ct. "Di noi non frega niente a nessuno". Marcello Lippi lo dice con un sorriso, ma la rabbia è evidente. "In settimana si è parlato di Cassano, di Mourinho, di tutto meno che di come giochiamo e della gara con la Georgia di domani. A me questo non sta bene, anche perché la partita contro la Georgia e quella di mercoledì contro la Bulgaria a Torino potrebbero già darci praticamente il visto per i Mondiali in Sudafrica".
Georgia con Cuper Allo stadio di Tbilisi si annuncia un clima "caldo" con oltre 60mila spettatori: tra loro secondo fonti dell’ambasciata italiana a Tbilisi è probabile ci sia anche il presidente Saakashvili, quello che si avvitò nel conflitto con la Russia. I georgiani non vincono una gara di qualificazione mondiale da quattro anni (batterono il Kazhakistan), non hanno mai battuto gli azzurri e "c’è il rischio che prima o poi in una gara si impongano" ammonisce Lippi. Che aggiunge: "Tra l’altro perdono sempre di misura, le gare dunque se le giocano: e la prova è nel fatto che il ct Cuper non è stato esonerato". Ecco, Cuper: uno ricordato nel campionato italiano per una sconfitta (5 maggio 2002, l’Inter salutò a Roma uno scudetto praticamente vinto) ha guidato la Georgia nel più disastroso girone di qualificazione che i tifosi di qui ricordino. Ma a sua discolpa c’è il fatto che la sua squadra unisce al veterano Kaladze un gruppo di giovani tutti da decifrare.
Giovani interessanti "Non sono il Brasile, è chiaro - osserva Lippi - ma è folle pensare che sia una gara facile. Noi pensiamo ad essere concentrati ed a fare quadrato, anche perché se dovessimo vincere domani e poi mercoledì a Torino con la Bulgaria praticamente avremmo il visto per il Sudafrica in tasca". E se così non fosse? Lo spauracchio del volto da cilicio di Cuper si agita davanti a Lippi, che replica con forza: "Niente ansie, niente paure. Noi siamo pronti a giocarci la qualificazione persino agli spareggi, ovvio però che se arriva prima è meglio". Spiega, il ct, che il modulo 4-4-2 ritrovato non è figlio dell’assenza di un trequartista: "lo abbiamo sempre, magari parte dall’esterno: domani può essere Camoranesi o Marchionni, o magari Pirlo che arriva da dietro". E ammette che la formazione è quella già ipotizzata nei giorni scorsi, con Giuseppe Rossi e Iaquinta in avanti.
Poca Inter La chiusura però la riserva, proprio lui, ad uno dei temi che lo hanno innervosito in settimana: "Leggo che questa è l’Italjuve, ma non vi accorgete che quella bianconera è l’unica squadra a schierare molti giocatori italiani? Non mi riferisco solo all’Inter, per carità: anche le altre, a cominciare dalla Lazio sono piene di stranieri, e questo
per noi non va bene". Per carità, sarà come dice lui: non si riferiva all’Inter, ma i primi a ridacchiare della precisazione preventiva di Lippi sono Cannavaro e Buffon, i due paladini dell’antinterismo in azzurro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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