Gli italiani imparano a invecchiare

Uno su due vive la terza età come la stagione delle speranze e delle nuove opportunità

da Roma

La cultura del «finalmente» batte quella del «purtroppo», ma sono ben il 42% gli italiani che non accettano l'idea di invecchiare e vivono la terza età come quella delle rinunce e non delle opportunità. È quanto emerge da una ricerca sociale, promossa da Colgate e svolta da Astra Ricerche. Condotta lo scorso marzo, «la ricerca - spiega Enrico Finzi, presidente di Astra - mette in luce 5 Italie, divise e diverse nel modo che hanno di guardare all'invecchiamento». Le cinque Italie risultato dell'indagine aggregano i cittadini del Belpaese in funzione del loro rapporto con quello che solo il 79% reputa «un fatto naturale e universale» e che il 9% nega categoricamente, ossia il processo di invecchiamento. Le prime tre Italie, in cui si riconosce il 42% degli intervistati, hanno un rapporto negativo con il passare del tempo, mentre le ultime due, che rappresentano la netta maggioranza, con il 58%, rivendicano una cultura della maturazione e della prevenzione consapevole. Nella prima tipologia rientrano quei soggetti che la ricerca definisce «gli Immaturi»: ammontano al 12%, sono per lo più giovani e giovanissimi, prevalentemente uomini, meridionali, diplomati, appartenenti al ceto medio impiegatizio o ai ceti privilegiati, internauti, nè capofamiglia nè responsabili degli acquisti.

Negano ogni vantaggio al passar degli anni, rigettano l'idea d'invecchiare, tendenzialmente sottovalutano i rischi, scelgono un atteggiamento denegatorio, provano ripulsa per la decadenza psicofisica connessa all'età ma non si attivano.

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