Ha iniziato a suonare la chitarra e a comporre canzoni da bambina per dar sfogo alla tristezza e alleviare la depressione e nel 2008 è stata eletta da molte riviste specializzate americane «miglior artista dell'anno» per l'album With Blasphemy So Heartfelt. È una strana ragazza Jessica Lea Mayfield, strana perché la sua normalità è avulsa dal mondo del rock alternativo - fatto di ballate dal piglio folk e dal taglio country - che lei ben rappresenta. Scoperta da Dan Auerbach dei Black Keys (che trasforma in oro tutto ciò che tocca), ora è una «matura» cantautrice dark, i cui brani fanno da sigla a popolari serial come CSI.NY (Bible Days) e che presenta in questi giorni, per una major come la Warner, Our Hearts Are Wrong.
La tristezza le ha portato fortuna.
«Si, ma le canzoni sin da bambina sono state un modo per sopravvivere, un filtro attraverso cui guardare una brutta realtà».
Cosa le è successo di così brutto?
«Nulla in particolare, sono sempre stata malinconica e incline alla depressione e i primi rapporti finiti male con i ragazzi mi hanno dato il colpo finale. A 15 anni mi son chiusa nella mia stanza e ho scritto un sacco di canzoni, pubblicandole poi in un minicd di cui ho stampato mille copie. Da lì è iniziata la mia carriera».
Come?
«Dan Auerbach ne ha comprata una copia e mi ha subito cercata. prima ho duettato coi Black Keys, poi è uscito il primo disco».
Nel mondo della musica di plastica ha fatto successo con ballate acustiche, molto introspettive e low profile.
«Nonostante tutto c'è ancora tanto spazio per la musica delle radici».
Le sue quali sono?
«A 8 anni ero già in tournée con la mia famiglia che suonava bluegrass e country un po' ovunque. Mio fratello David, che suona il basso nella mia band, mi ha insegnato tutto. Il tocco rock, che si sente maggiormente nel nuovo cd, viene dall'amore per Dave Grohl e per i suoi Foo Fighters. La prima volta che lo vidi in Tv dissi: "voglio diventare come lui". Così me ne andai di casa suonando nei bar per qualche moneta, una bibita e una pizza. Per questo ora al folk mescolo anche un pizzico di rock, sempre sperando di essere originale».
E ora i suoi brani sono anche colonna sonora di serial come CSI e Gossip Girl.
«Di questo mi vergogno un po'. Non mi piace che si senta una voce senza volto, preferisco i concerti. Ma grazie a quel successo ho potuto comprare una fattoria dove vivere tranquilla con i miei animali e gli amici più intimi e trovare un po' di serenità».
La definiscono una dark lady: è vero o no?
«Si, però non sono una ribelle, più che altro una solitaria che ogni tanto vede le cose e i sentimenti troppo in negativo. Ma se serve per scrivere belle canzoni ben venga».
Cosa pensa la sua famiglia di questo «tradimento»?
«I miei sono molto fieri della mia carriera. Ritagliano dai giornali e conservano tutto ciò che mi riguarda. Ormai sono abbastanza grande da avere un ottimo rapporto con loro senza conflitti né rivalità».
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