Mosca - Kamikaze contro la polizia a Karabulak. Il primo attentatore si è fatto esplodere davanti a una stazione di polizia, uccidendo due agenti a circa 20 km dalla capitale Magas. L’attentato segue quelli dei giorni scorsi in Russia: il duplice attacco a Mosca di lunedì scorso (40 morti), il doppio blitz nella città daghestana di Kizlyar di mercoledì (12 morti) e le bombe sui binari contro un treno merci ieri (nessuna vittima). Poco dopo una seconda esplosione si è verificata nello stesso luogo in cui si è lasciato esplodere l’attentatore kamikaze. La seconda esplosione è stata causata da un ordigno nascosto in un’auto parcheggiata vicino al commissariato. La bomba è stata azionata a distanza al momento dell’arrivo degli investigatori e dei soccorritori, secondo una tecnica ormai collaudata della guerriglia. La deflagrazione non ha causato altre vittime, a parte il ferimento lieve di un dipendente della procura cittadina.
Strage di poliziotti L’attentatore che si è lasciato esplodere a Karabulak mirava a fare una strage di poliziotti entrando nella caserma dove era radunata una cinquantina di agenti che si stavano preparando per una serie di controlli a tappeto. L’attentatore è stato fermato all’ingresso dai poliziotti: due sono morti all’ospedale in seguito alle ferite riportate, altri due sono rimasti feriti. Conoscendo ormai la tecnica della guerriglia, gli investigatori hanno isolato la zona e non si sono avvicinati alle auto parcheggiate davanti all’edificio, una delle quali è esplosa poco dopo ferendo solo lievemente un dipendente della procura locale.
Il precedente Il 17 agosto scorso un piano terroristico analogo andò a segno: un attentatore suicida alla guida di un minivan Gazel sfondò il cancello d’ingresso di un dipartimento di polizia e si lasciò esplodere nel cortile proprio durante una adunata di ufficiali di polizia: i morti furono 25, i feriti 162. Successivamente fu accertato che i dirigenti del ministero dell’interno locale avevano informazioni sulla preparazione di un possibile atto terroristico in Inguscezia, ma non riuscirono a sventarlo.
Lo Stato L’Inguscezia è il più piccolo e il più povero degli 83 soggetti della federazione russa e, insieme al Daghestan, il più turbolento del Caucaso. Confina con la Cecenia, con cui ha stretti legami storici, culturali e linguistici, anche se nella guerra con Mosca è rimasta fedele al Cremlino. Molti guerriglieri ceceni vi hanno trovato riparo. Il 22 giugno il presidente Iunus-Bek Ievkurov è stato oggetto di un attentato kamikaze, ma si è salvato. Da allora una escalation di attentati: nel mirino sempre le forze dell’ordine.
Il 6 marzo l’Fsb ha eliminato Said Buriatski, ritenuto il capo ideologo della guerriglia locale e considerato il responsabile dell’attentato al treno Nievski Express del 27 novembre scorso, con un bilancio di 25 morti e 90 feriti, tra cui un italiano.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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