Kimi rifiuta 72 milioni e sogna il Cavallino

Benny Casadei Lucchi

L’algido Kimi è in riva al fiume delle decisioni e sfoglia la margherita. Deve decidere se restare alla McLaren o andare alla Ferrari. Intanto si tutela, visto che avrebbe rifiutato, almeno questo è il tam-tam made in Finlandia, 72 milioni di dollari (contratto triennale) messi sul piatto dalla McLaren-Mercedes. Gesto che rivelerebbe la scarsa fiducia del nordico nei confronti del proprio team; gesto che, soprattutto, dimostrerebbe quanto il ragazzo sia ormai vicino alla Ferrari.
Da tempo, infatti, si vocifera di un accordo verbale fra le parti, di una dichiarazione d’intenti, di un foglietto e due righe, insomma di un qualcosa che lega l’uomo di ghiaccio al Cavallino. Ovviamente, il no grazie pronunciato al suo attuale datore di lavoro, si può spiegare anche in altro modo: prendere tempo per cercare di comprendere quale delle due vetture sia la migliore. Perché nei test fin qui fatti, Kimi non ci è ancora riuscito. Fino all’altro ieri, ai test di Barcellona, i risultati in prova delle frecce d’argento erano stati talmente pessimi da far dire al boss Mercedes, Norbert Haug: «A inizio stagione dovremo soffrire». Colpa, soprattutto, dei motoristi tedeschi, che nel passaggio regolamentare dai dieci cilindri della passata stagione agli otto dell’attuale hanno patito più dei rivali. Ma questo fino all’altro ieri, visto che come per magia, da qualche giorno le frecce hanno ripreso a sfrecciare. Durerà?
Discorso simile per la Ferrari che solo da poco, dopo diversi interventi, sembra tornata a volare. Logico quindi, che il ragazzo voglia rimanere in riva al fiume e valutare le pretendenti. Tanto più che agli occhi del finlandese, entrambi i team sono in alto mare alla voce piloti. La McLaren ha sottoscritto, annunciandolo con un anno d’anticipo e sollevando molte polemiche, un contratto con il campione del mondo Fernando Alonso; la Ferrari sta addestrano Valentino Rossi come secondo pilota in attesa di capire se affiancarlo a Schumi o a Raikkonen nel caso il tedesco si ritirasse. Sul tema, Michael ha detto che deciderà entro inizio estate.
È però innegabile che, nonostante i molti «se» e i molti «ma» dell’intera vicenda, la decisione di non decidere presa da Raikkonen lo avvicina ancor di più a Maranello. Dire no a 72 milioni di dollari non si spiega solo con i dubbi sull’affidabilità e le prestazioni della monoposto o con il fastidio di avere Alonso per compagno. Significa invece sapere già che cosa offrono o sono disposti ad offrire gli altri. Per cui questo niet lo aiuta ad alzare il prezzo su entrambi i fronti.

Dopo di che, a parità d’offerta e di competitività, Kimi punterebbe sulla Ferrari; sempre che la 248F1 si riveli una scheggia e Schumi, appagati gli ultimi appetiti agonistici, si levi di torno. A quel punto, avere per compagno Valentino Rossi o Felipe Massa, poco importerebbe. Evitati Alonso e Schumi, tutto andrebbe bene.

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