Da Krizia a Fanny Ardant, più vip nel foyer

Dopo anni di prime sottotono, sfavillio di gioielli e abiti sfarzosi. In sala anche Rupert Everett

Paola Bulbarelli

Hanno pagato anche 5000 euro pur di esserci. Tanto costava un biglietto venduto dai bagarini. Ma ne valeva la pena perché questa Aida firmata Zeffirelli, kolossale in una parola, ha superato se stessa. Un nuovo entusiasmo, un nuovo vigore, una nuova voglia di esserci ha impadronito i melomani e i non. Si ha un bel dire sui presenzialisti a tutti i costi: stavano abbandonando anche quelli. E invece, questa volta, era nell’aria il trionfo e tanti vip hanno ritrovato il piacere della prima. Lo hanno confermato le 49mila richieste e oltre giunte via internet per tentare di aggiudicarsi il prezioso cartoncino. Lo ha confermato la serata inaugurale: pareva di essere tornati indietro, ai vecchi fasti della Scala. «Finalmente una prima all’altezza della prima della Scala», ha detto alla fine del primo atto Elio Catania. Seguito da un lungo coro di commenti straordinari e da applausi scroscianti. Le signore, che hanno annusato l’aria giusta per tempo, sono accorse ad agghindarsi a dovere. Il foyer era un brillio abbagliante di brillanti, smeraldi, rubini. Gioielli da perdere la testa. «Due milioni di euro è il valore della mia parure», ha confidato Daniela Javarone in abito di Lorenzo Riva. «È un collier di famiglia», ha precisato Marinella Di Capua esibendo brillanti a scalare grossi come ciliegie e con smeraldo, a piscina, centrale. E cotanto pezzo offuscava pure il tailleur di Renato Balestra. Smeraldi anche per Anna Maria Alazraki ai quali ha abbinato una pelliccia verde di visone rasato. Brillanti firmati Enigma per Sabrina Colle, in Blumarine: stravagante il bracciale in velluto rosso con grande bocca di diamanti. Ma esagerata fino all’imbarazzo era la collana di Valeria Marina fasciata in un sexissimo vestito nero di Ermanno Scervino, suo accompagnatore, ma, si spera, avesse fuori dalla porta body guard per scortarla a cena. Se quei brillanti si fossero potuti contare si sarebbe perso il conto. E s’è perso pure il conto dei tantissimi che arrivavano alla Scala per la prima volta e chi ci tornava dopo molti anni. Da Marco Materazzi a Luis Figo a Julio Cruz (accompagnati dalle signore) allo stilista John Richmond, emozionatissimi, a Rupert Everett. L’attore inglese ha invitato Donatella Versace che indossava un abito celeste polvere ricamato. «Sono tornata dopo 14 anni. Non avrei perso Zeffirelli per nulla al mondo». E così è stato per quasi tutti. Lo ha detto Mariuccia Mandelli, in arte Krizia. Lo hanno confermato cinguettando Wanda Galtrucco in nero di Saint Laurent, Cecilia Colussi in marrone e nero di Ferrè, Marta Brivio Sforza in rosso Valentino e cappa di Tivioli, Paola Bagnasco con un completo bordeaux ricamato, Giovanna Riva in Balestra marrone e rosa, Annas Kanakis in Armani, Antonella Boralevi in Curiel marrone, Elena Miglio in Giò Guerrieri. Elegantissime. Seguite da una fascinosa Fanny Ardant e dal sindaco di Milano Letizia Moratti in nero Armani che, perfetta, ha fatto gli onori di casa accogliendo Angela Merkel. Ha onorato suo marito Francesco Rutelli, invece, Barbara Palombelli che ha optato per fasci di margherite stampate sull’abito firmato Roberto Cavalli. Certo gli uomini, in smoking, hanno pure catalizzato i flash dei fotografi.

Bruno Vespa, Mario D’Urso, Lorenzo Riva in gonna pantalone, Lucio Dalla, Paolo Glisenti. «Quando Prodi si è affacciato dal palco reale - diceva divertito l’ex ministro Lucio Stanca - avrà pensato: se qui mi vota il 20%, andiamo bene».

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