L’en plein di Cuffaro regala 7 seggi all’Unione

Scompaiono dall’assemblea regionale Verdi e Rifondazione comunista. In provincia di Caltanissetta la sinistra paga lo «sgambetto» di Diliberto a un fedelissimo e passa da 25mila a 7mila voti

dal nostro inviato

Rispettato sino all'ultimo deputato lo schema base della nuova riforma elettorale approvata lo scorso anno. Alla Regione Sicilia la maggioranza avrà 55 seggi, quota massima prevista, e l'opposizione 35. Malgrado la sinistra abbia ottenuto voti sufficienti a conquistare 27 deputati, la legge elettorale voluta proprio dal governatore confermato Totò Cuffaro ha paradossalmente favorito l'opposizione che ha diritto a sette deputati in più, presi dai primi dei non eletti nei vari collegi. I beneficiati saranno tre dei Ds, tre della Margherita e uno dello Sdi-Rosa nel Pugno.
La nuova legge elettorale ha avuto così il suo primo banco di prova, determinando tra l'altro anche la fuoriuscita di tutti i partiti che, su base regionale, non hanno superato la soglia del 5%. Caso più eclatante quello di Nello Musumeci, il ribelle di An, che ha raggiunto come candidato governatore il 5,2% ma come lista è rimasto al 2,4. Sono otto su dodici le liste che hanno ottenuto il quorum e a dati definitivi, la composizione dell'aula è presto detta. La maggioranza è composta da 17 deputati (si chiamano così i componenti del Parlamento siciliano) di Forza Italia, che si conferma primo partito, malgrado abbia perso il 6% dei voti dalle regionali del 2001 e il 10% dalle politiche. Segue l'Udc con 11 seggi a cui vanno aggiunti i 6 deputati eletti con la lista Aquilone di Cuffaro. Terzo partito per voti è l'Mpa, che ottiene 10 seggi, uno in più di An, che perde l'1%.
A sinistra primo partito (per voti) sono i Ds con 15 deputati, stesso numero della Margherita. Gli altri 4 sono gli eletti nella lista Uniti per la Sicilia, costituita da Verdi, Primavera, Rc, Sdi-Rosa nel Pugno. Per il computo dei resti, però, i seggi vanno solo allo Sdi (3) e all’Italia dei valori (1). Scompaiono quindi dall’assemblea Verdi e Prc. Rita Borsellino e Totò Cuffaro completano il numero dei 90 deputati.
Ci sono stati molti sconfitti illustri e alcuni rientri altrettanto illustri. Ha perso per effetto del trionfo della Borsellino a Siracusa, Fabio Granata, uomo di punta di An e assessore al Turismo. Così come resta fuori Simona Vicari, di Fi, sindaco di Cefalù, per anni unica donna deputato, e Domenico Giannopolo, deputato uscente dei Ds. Le donne in Assemblea saranno due: Giulia Adamo eletta a Trapani e Giusi Savarino di Agrigento.
Due rientri: Pippo Gianni, deputato nazionale sino alla scorsa legislatura dell'Udc e Nicola Cristaldi di An che era stato presidente all'Ars e poi deputato nazionale. Riconquista il seggio dopo 11 anni anche Rudi Maira avvocato di Caltanissetta, ex Dc, oggi Udc. Il più votato nei singoli collegi è Antonello Antinoro (Udc), con 30.202 consensi davanti a un altro esponente centrista, Antonino Dina, votato da 25.580 siciliani mentre terzo per preferenze (25.389) è Angelo Lombardo del Movimento per l'Autonomia, fratello del leader del partito, Raffaele.
Enna è la provincia più rossa della Sicilia. È l'unica in cui Rita Borsellino abbia superato, e anche di molto, il suo avversario con il 56,58% contro il 38,89%, mentre Alleanza siciliana di Nello Musumeci ha avuto il 4,5% delle preferenze. Dei due deputati ennesi, uno è dei Ds, Salvatore Termine, l'altro della Margherita, Elio Galvano. Da segnalare, al contrario, la pessima performance della lista «Uniti per la Sicilia» in provincia di Caltanissetta: 7.192 voti contro i 25.049 conquistati alle ultime politiche. Colpa, secondo gli osservatori, dell’«effetto Diliberto» che alla Camera ha optato per il collegio «Sicilia 1» dove secondo in lista era un altro Pdci, Salvatore Morinello, già eletto deputato regionale a Gela (Caltanissetta). E Morinello aveva fatto campagna elettorale assicurando che sarebbe divenuto certamente deputato perché così gli aveva assicurato Diliberto. La scelta del segretario nazionale è stata quindi vissuta in tutta la provincia come «uno scippo».
Il presidente eletto, che già ieri è volato a Roma per un vertice sulle politiche agricole, ha subito ricevuto telefonate di auguri dai leader della Cdl. Ieri è arrivato anche un messaggio del presidente della Repubblica Giorgio Napoletano. Nessuna telefonata da parte di Rita Borsellino, ma un augurio attraverso un'intervista televisiva e una risposta gentile ma dai toni non certo dialoganti, come suggeriva, sempre in televisione Totò Cuffaro, rispetto alla necessità di affrontare insieme i temi della lotta alla mafia. «È evidente che ha vinto Cuffaro, ma noi non abbiamo perso.

E d'ora in avanti le cose non andranno più come prima E rispetto alla proposta di lavorare insieme, devo dire che insieme mi sembra una parola grossa. Non esageriamo: Cuffaro e io abbiamo storie diverse, molto diverse».

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