Unarea verde attrezzata, circa 420 nuovi alloggi, un asilo nido che potrà ospitare sessanta bambini e collegamenti ciclo-pedonali: così tornerà a vivere lex cartiera Binda. La storica fabbrica nata nel 1840 sulle sponde del Naviglio Pavese, là dove si poteva sfruttare il salto dacqua generato dallimmissione del Lambro Meridionale nel Naviglio Pavese, è chiusa ormai dal 1997. Una vasta area di oltre 126mila metri quadrati occupata oggi da fabbricati dismessi. La «svolta» comincerà dalla seconda metà del prossimo anno, con lapertura dei cantieri che daranno il via al programma integrato di intervento approvato ieri dalla giunta milanese.
Il progetto di riqualificazione prevede sia la costruzione di nuove case, sia il recupero di alcuni edifici storici. Una superficie di circa 18.600 metri quadri di fabbricati risalenti alla fine dellOttocento, infatti, verranno ristrutturati mantenendo le loro caratteristiche originarie, mentre i capannoni industriali della parte ovest saranno demoliti e al loro posto ci saranno residenze e verde. Lasilo nido sarà costruito invece su unarea di circa 2mila 400 metri quadri e ceduto al Comune.
«La trasformazione dellarea - assicura lassessore allo Sviluppo del territorio, Gianni Verga - riqualificherà unaltra parte dei Navigli particolarmente significativa, anche rispetto al sistema greenway Darsena-Parco Sud, di cui ne costituisce la porta e il tramite.
Quando la Cartiera Binda venne costruita, tutta larea era ancora destinata interamente alle attività agricole, e rappresentò dunque uneccezione alluso che veniva fatto dei campi tra il Naviglio Grande e la via Emilia. In precedenza di proprietà del Conte Melzi, la cartiera venne acquistata nel 1868 dalla ditta «Maglia e Pigna», poi entrò a far parte del gruppo «Cartiere Ambrogio» e successivamente fu rilevata dalle cartiere «Sottrici».
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