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L’ex cartiera Binda cambia faccia: giardini, un asilo e 420 nuove case

Via libera da metà 2006. Saranno recuperati anche gli edifici storici

Un’area verde attrezzata, circa 420 nuovi alloggi, un asilo nido che potrà ospitare sessanta bambini e collegamenti ciclo-pedonali: così tornerà a vivere l’ex cartiera Binda. La storica fabbrica nata nel 1840 sulle sponde del Naviglio Pavese, là dove si poteva sfruttare il salto d’acqua generato dall’immissione del Lambro Meridionale nel Naviglio Pavese, è chiusa ormai dal 1997. Una vasta area di oltre 126mila metri quadrati occupata oggi da fabbricati dismessi. La «svolta» comincerà dalla seconda metà del prossimo anno, con l’apertura dei cantieri che daranno il via al programma integrato di intervento approvato ieri dalla giunta milanese.
Il progetto di riqualificazione prevede sia la costruzione di nuove case, sia il recupero di alcuni edifici storici. Una superficie di circa 18.600 metri quadri di fabbricati risalenti alla fine dell’Ottocento, infatti, verranno ristrutturati mantenendo le loro caratteristiche originarie, mentre i capannoni industriali della parte ovest saranno demoliti e al loro posto ci saranno residenze e verde. L’asilo nido sarà costruito invece su un’area di circa 2mila 400 metri quadri e ceduto al Comune.
«La trasformazione dell’area - assicura l’assessore allo Sviluppo del territorio, Gianni Verga - riqualificherà un’altra parte dei Navigli particolarmente significativa, anche rispetto al sistema greenway Darsena-Parco Sud, di cui ne costituisce la porta e il tramite.
Quando la Cartiera Binda venne costruita, tutta l’area era ancora destinata interamente alle attività agricole, e rappresentò dunque un’eccezione all’uso che veniva fatto dei campi tra il Naviglio Grande e la via Emilia. In precedenza di proprietà del Conte Melzi, la cartiera venne acquistata nel 1868 dalla ditta «Maglia e Pigna», poi entrò a far parte del gruppo «Cartiere Ambrogio» e successivamente fu rilevata dalle cartiere «Sottrici».

Il nucleo storico, un unico corpo centrale a più piani, con tetto a terrazza, si estendeva a forma di quadrilatero attorno ad un cortile interno, con ampi finestroni su tutti i lati della fabbrica che immettevano luce all’interno dei reparti di produzione.

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