L’inflazione a febbraio scende al 2,1%

L'inflazione rallenta a febbraio. Complice la frenata dei prodotti alimentari, il tasso di crescita dei prezzi è sceso al 2,1% dal 2,2% di gennaio, anche se rimane l'allerta per i rischi legati ai costi sempre più alti dell'energia. I prezzi dei prodotti energetici sono infatti aumentati dello 0,9% in un mese e del 10,8% in un anno. In particolare il gas registra un aumento del 10,4% annuale e dell’1% mensile: i combustibili liquidi (in pratica il gasolio da riscaldamento) sono aumentati del 14,6% annuale e dello 0,9% mensile. A salvaguardare i consumatori da aumenti eccessivi è stato soprattutto il rallentamento degli alimentari, in particolare di quelli non lavorati, con diminuzioni diffuse sia per la frutta che per gli ortaggi. Un vero e proprio crollo, in tempi di allarme aviaria, è stato quello del prezzo del pollame, sceso del 5,8% rispetto a febbraio dello scorso anno. Le dinamiche non sono molto diverse per i prezzi alla produzione, rilevati dall'Istat a gennaio. In un solo mese, cioè rispetto a dicembre 2005, l'incremento per il settore energetico è stato del 3,8%, e in un anno del 22,1%. Un vero e proprio boom lo ha segnato il prezzo alla produzione del metano: più 37,4% annuale registrato proprio in coincidenza con lo scoppio della crisi del gas.

Intanto Eurostat, l’ufficio europeo di statistica, ha comunicato i dati sull’inflazione annua di Eurolandia, che si è attestata al 2,4% lo scorso gennaio, in salita rispetto al 2,2% di dicembre 2005. Nei Venticinque l'inflazione annua è stata al 2,2% a gennaio, più alta rispetto al 2,1% di dicembre.

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