L'«Italia che va» raccontata in una trasmissione radiofonica tinta di ottimismo

Il programma, condotto su Radio1 da Daniel Della Seta e Stefania Giacomini, racconta le eccellenze del nostro Paese: dalla moda all'agroalimentare, al tecnologico, dalle aziende ai personaggi che tengono alto il nostro nome

Tra polemiche, disastri, scandali e inefficienze c'è un '«Italia che va». E qualcuno ha pensato di raccontarla in una trasmissione radiofonica.
Illustra i punti di forza del nostro Paese, le eccellenze che ci fanno conoscere nel mondo, i settori in cui conserviamo il primato, i personaggi che danno una buona immagine dell'italiano in patria e all'estero.
«Storie realtà, esperienza, imprenditori di successo», è il sottotitolo di questo programma all'interno della redazione rubriche in onda, da circa sei anni , sulla Radio 1, griffata da Antonio Preziosi.
«Italia che va...», ideata da Daniel Della Seta e Stefania Giacomini, dà appuntamento ai suoi ascoltatori sempre in crescita il venerdi, alle 12.35.
Ogni settimana va alla scoperta del Paese che non t'aspetti. Un Paese che mostra segni di ripresa e in alcuni settori strategici vede incrementare il gradimento su mercati in grande espansione.
Senza buonismi , ma forte dell'idea che si debba rendere noto quel che funziona grazie al coraggio, al talento, alla creatività, alla competenza e alle idee innovative, questo programma si è ritagliato un suo spazio tra quelli in cui si fanno denunce di malaamministrazione, malagiustizia, malasanità, si urlano proteste per il cattivo funzionamento della macchina statale, ci si scontra sulla politica e sui temi sociali.
«Italia che va...» non è un programma «contro», ma un programma «a favore», che vuole illuminare il lato roseo della realtà italiano, quello che troppo spesso non fa notizia, sommerso da quello nero dilagante.
Una formula interessante, inquadrata da un corredo musicale ironico e ricercato, che dà ritmo incalzante alla trasmissione condotta con vivacità a due voci .
Ci sono eccellenze italiane che tutto il mondo ci invidia, e che rappresentano forse il futuro del Made in Italy.
«Le peculiarità nell'imprenditoria italiana mostrano straordinari esempi ai più sconosciuti - sottolineano i conduttori Della Seta e Giacomini -. Del 92% del tessuto produttivo nazionale composto da Piccole e medie imprese, andiamo spesso a ritracciare quelle storie poco conosciute e particolari di realtà di successo sia entro i confini sia all'estero, con interesse per i settori tradizionali o nuovi trainanti, quali il tecnologico, temi come la digitalizzazione, la dematerializzazione, l'accesso ai varchi per il controllo di persone od oggetti attraverso il sistema Rfid».
Ricerca, innovazione, nel solco della tradizione che ha permesso all'Italia di essere apprezzata e conosciuta nel mondo per la qualità dei suoi prodotti. Non solo moda e design, ma tanto altro ancora.
Raccontare questa realtà significa rivalutare lo stile tutto italiano e riscoprire l'eleganza che solo prodotti unici e fatti a mano sanno dare. Ma anche agroalimentare, con incursioni dalle nuove società nate come costole di università nazionali, in campo tecnologico, sino ai migliori prodotti del made in Italy. La sottolineatura dell'artigianato italiano nelle sue migliori espressioni, i distretti produttivi, anche quelli attualmente in sofferenza, (orafo, ceramica).
L'idea è quella di puntare sulle tante eccellenze italiane per vincere la crisi economica: il lavoro delle nostre imprese che muove anche gli investimenti stranieri, le conquiste nell'innovazione tecnologica e scientifica dei nostri cervelli, la nostra cultura e i nostri beni culturali strategici anche per il turismo, i nostri progetti sportivi.
E c'è un occhio attento ai nostri migliori talenti , anche giovani, che si esprimono ed emergono in campo nazionale e all'estero.
Professionisti, imprenditori, ma anche artigiani perché questi rappresentano la nostra ricchezza.
Alcuni esempi divertenti raccolti in questi anni?
«Ricordo il sughero sardo, un cotone brevettato che ha avuto grande successo negli Usa e da noi neanche era conosciuto», dice Daniel Della Seta. «E l'azienda di Bergamo leader nella realizzazione di tendalini per la nautica nota in Sud America»,rammenta Stefania Giacomini.
Con i moduli «Due minuti per...» e «Incontri allo specchio con i protagonisti dell'Italia che va...», l'obiettivo è valorizzare il nostro patrimonio culturale, scientifico e artistico, attraverso interviste periodiche con personaggi anche poco noti al grande pubblico..
«Abbiamo inteso dare voce - spiegano i conduttori - anche con taglio personale ad imprenditori, scienziati ed esponenti della politica e cultura italiana che hanno portato testimonianze di eccellenza italiana».
Queste testimonianze non devono essere pensate come fatti isolati od eccezioni, ma sono ragioni e strumenti per creare un Paese ad eccellenza diffusa.
« É importante - dice della Seta - che gli italiani si rendano conto che il loro modello economico e culturale è proprio la risposta di cui il mondo è alla ricerca, per ribaltare la logica di primato della speculazione che ha portato ad una sfavorevole congiuntura economica dalla quale stiamo cercando di uscire fuori».
L'obiettivo è, dunque, sull'Italia, terra di storia e di cultura. Ma anche di ingegno, di creatività, di volontà di fare. L'Italia che può essere definita«terra di eccellenze», in tutti i campi e attraverso i tempi.
« Non vi è settore - dice Stefania Giacomini- che caratterizza la contemporaneità che non porti l'impronta italiana, che non veda degli italiani in prima fila, da protagonisti». Ed enumera: l'elettricità, il telefono, la radio, il motore a scoppio, il personal computer, la banda larga dei cellulari, l'Mp3 e una serie innumerevole di ambiti quali quello musicale, cinematografico, artistico; ma anche quello medico, della moda, della qualità della vita, hanno avuto ed hanno negli italiani degli inventori e ricercatori ineguagliabili.
Secondo i conduttori della trasmissione, «quando il genio italiano e il gusto del bello si combinano con la tecnologia, le produzioni italiane non hanno rivali».
Sono convinti che oggi ci siano le possibilità di un nuovo Rinascimento, basato sull'innovazione e sullo slancio creativo.


«Dobbiamo usare la mente - dicono Della seta e Giacomini - come sorgente di idee innovative e fare della nostra cultura la componente del modo di fare impresa. Ricordiamoci che siamo eredi di Michelangelo e Leonardo».

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