L’Udc lievita e fa festa in anticipo «Abbiamo conquistato le piazze»

Baccini: «Il partito ha raddoppiato i voti». Il segretario Cesa: «L’Italia moderata ha scelto il centrodestra»

Francesca Angeli

da Roma

L’Udc ricomincia da 6,7. «L’Italia dei moderati ha scelto la Casa delle libertà». Gli elettori dell’Udc sono sostanzialmente raddoppiati rispetto alle politiche del 2001. Evidentemente i toni scelti dagli uomini di governo in campagna elettorale hanno premiato il partito ma soprattutto i centristi hanno saputo giocare bene, anzi benissimo, il loro jolly, ovvero l’ex presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini.
Comincia bene e finisce ancora meglio la lunga giornata dei risultati elettorali in casa Udc. Il gelido soffio del tracollo non è mai arrivato in via Due Macelli. Neppure quando gli exit poll avevano inizialmente decretato, sbagliando, la sicura vittoria dell’Unione con cinque o sei punti di distacco dal centrodestra. Anche le intenzioni di voto che riguardano il partito di Casini poi confermate dalle proiezioni sui dati del Viminale avevano immediatamente evidenziato come l’Udc fosse cresciuto rispetto alle precedenti politiche. Certo l’impressione iniziale era quella che i voti guadagnati andassero a tutto vantaggio dell’Udc ma non servissero a rafforzare la Cdl. Tanto che il senatore Francesco D’Onofrio, l’unico che si offrisse ai microfoni fin dalle prime ore del pomeriggio, dichiarava con un mezzo sorriso «andremo felicemente all’opposizione».
Quando poi il risultato superiore al sei per cento non appare più come un miraggio ma come un traguardo prossimo compaiono anche i ministri della Funzione Pubblica Mario Baccini e dei Rapporti col Parlamento Carlo Giovanardi. «Abbiamo raddoppiato i voti - commenta soddisfatto Baccini - È l’affermazione della politica di tutela e affermazione di alcuni valori fondamentali come la famiglia e la vita». E Giovanardi già sottolinea come il tanto atteso tracollo del centrodestra non ci sia stato mentre si fa avanti il disegno di «un paese spaccato a metà».
Ma è nel tardo pomeriggio che cominciano a circolare voci che parlano di una risalita del centrodestra anche se ad una concreta rimonta non ci crede ancora nessuno. Arriva il segretario Lorenzo Cesa. Soddisfatto perché sa di potersi buttare alle spalle l’inevitabile confronto con il suo predecessore, Marco Follini: l’Udc sarebbe andata meglio se alla guida ci fosse stato ancora lui, il grillo parlante? Inutile rivangare il passato quando le cose vanno bene. Cesa osserva che «il gioco a tre punte avrebbe dovuto funzionare meglio» come a dire che avrebbe voluto una maggiore visibilità per Casini, definito «il valore aggiunto» del partito. Ma Cesa non ha nessuna intenzione di sollevare polemiche interne alla Cdl e questioni di leadership. L’analisi del voto degli italiani però a quel punto al di là dei numeri è abbastanza chiara per Cesa. «L’Italia è divisa a metà - dice il segretario. E la metà moderata ha votato per il centrodestra». E i dati più tardi confermeranno l’impressione di un Paese dove un cittadino su due vota centrodestra, lo stillicidio dei dati prosegue fino alle prime ore di questa mattina in un’estenuante testa a testa.
Ma ieri pomeriggio la vittoria del centrosinistra sembrava cosa fatta persino ai suoi avversari e così quando arriva in via Due Macelli Follini dà per scontata la sconfitta della Cdl anche se, aggiunge, «sarebbe ingeneroso addossare tutte le colpe a Berlusconi». E a chi gli chiede se la vittoria del centrosinistra decreti la fine del berlusconismo risponde «per me il berlusconismo è finito da almeno due anni». Forse avrebbe fatto meglio ad aspettare perché l’eco delle sue parole non si è ancora spento quando nella sede dell’Udc scoppia la gazzarra: grida di eccitazione, battimani e un gran fracasso. Sono arrivate le proiezioni del Senato. Incredibile ma vero: non soltanto l’Udc è salito quasi al 6,8 per cento ma la Cdl è passata in testa anche se soltanto di un soffio. Arriva da Milano il ministro per i Beni Culturali, Rocco Buttiglione che ancora ignaro viene avvisato del ribaltamento della situazione. «Il risultato dell’Udc è talmente grande da trascinare l’intera coalizione», osserva a caldo Buttiglione che a questo punto può mostrare soddisfazione pure per la coalizione: «Gli exit poll ci avevano gelato. Adesso abbiamo ritrovato piena fiducia».
Dopo pochi minuti un nuovo colpo di scena. E questa volta davvero sulle facce di tutti i presenti si dipinge un’espressione di incredulità. La debacle alla Camera è soltanto un lontano ricordo. Anche qui il centrodestra sta clamorosamente rimontando, addirittura si parla di un testa a testa fra la Cdl e l’Unione. Baccini che sta per andare in diretta sul Tg1 viene avvisato dal portavoce di Casini, Roberto Rao. Certamente i dati non sono definitivi e forse tutto può ancora cambiare ma in poche ore dallo sfascio si è passati ad un confronto serrato dove comunque chi vince vincerà di misura.
«Gli ultimi dati indicano che siamo avanti al Senato e addirittura alla Camera - esulta Baccini -. La crescita dell’Udc si è rivelata determinante per valorizzare l’omogeneità del centrodestra e per dargli sostanza politica». Per il candidato sindaco Baccini è inevitabile lanciare un messaggio anche al suo avversario, l’attuale sindaco Walter Veltroni, visto che tra poco più di un mese si andrà alle urne per l’elezione del primo cittadino nella capitale. «Brindiamo al risultato nel Lazio - dice Baccini -.

Credo che da stasera Veltroni non dormirà più sonni tranquilli».
Resta in silenzio Casini. È ancora il presidente della Camera e preferisce evitare di commentare dati incerti. Oggi invece sulla base dei dati certi l’Udc comincerà a tessere la sua tela.

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