Dunque, vediamo un po': ci sono quei 120mila euro (sissignori ben 120mila) spesi da Marinella, che non è una escort, ma è il titolare del celebre e napoletanissimo negozio di cravatte e foulard. Poi quegli altri 65mila lasciati, per luccicanti prodottini, al gioielliere Eleuteri. Quindi, siccome uno ricco come lui, può persino permettersi, pensate un po' come va il mondo, di vestirsi bene, ci sono anche oltre 300mila euro versati a un fornitore di tessuti, evidentemente non di pessima qualità (né il fornitore né i tessuti stessi) e ancora i 650mila lasciati ad antiquari e gallerie d'arte.
E, gratta gratta, viene anche fuori quel quasi mezzo milione di euro, buttato al vento, è il caso di dirlo, per pratici, comodi e veloci voli in elicottero. Che il signor B., ha, evidentemente, pagato di tasca propria. E non ha voluto caricare sul conto dei contribuenti, come hanno fatto e fanno molti politici di professione, che hanno attraversato la storia e i cieli di questo nostro bizzarro Paese.
Grazie all'opera meritoria del Corrierone , ieri gli italiani hanno potuto finalmente mettere le mani nell'unico posto, squisitamente privato, di Silvio Berlusconi in cui non avevano ancora rovistato: il suo portafoglio. Oddio, dovendo distribuire i meriti, una gran parte di questo scoop è dovuto alla solerzia, all'imparzialità, alla lungimiranza dei magistrati che, per rendere il solito servigio alla popolazione, hanno pensato bene di mescolare le carte dello scandalo Ruby agli estratti conto del presidente del Consiglio. Ma questa è, come capite bene, un'altra storia. La solita storia.
Resta il fatto che se tutti, chi più chi meno, ci siamo appassionati a spiare dal buco della serratura il Cavaliere nella sua stanza da letto, o nel salotto buono di una delle sue tante ville, era tempo che si potesse anche guardare da un'altra parte.
A patto che fosse sempre una «sua» parte. A patto che fosse l'ennesima invasione di campo, nel campo più prezioso che ciascuno di noi ha, la sua privacy. Parliamoci chiaro: se invece di Silvio Berlusconi si fosse trattato di un signor Brambilla qualsiasi, magari anche lui ricco o straricco, sarebbe stato così interessante sapere se nel 2010 i suoi denari fossero andati al night-club o dal macellaio? Altrimenti non si spiegherebbe perché il Garante appunto della privacy abbia deciso di aprire un'istruttoria a carico del Corsera .
La vera verità è che il Signor B. fa notizia sempre e comunque. Ogni volta che parla al telefono, paga il caffè a un amico o, meglio ancora, a un'amica, va dal barbiere, restaura i bagni e le porte della villa di Antigua. Anche perché magari, restaurando restaurando chissà mai che il premier allarghi anche il buco delle serrature. Aperto il suo portafoglio sappiate dunque che, nell'estratto conto 2010 allegato agli atti, per la precisione il conto 129 in essere al Monte dei Paschi di Siena e materialmente gestito dal ragionier Spinelli, oltre ai già noti 562mila euro versati alle ragazze dell'Olgettina, figurano pagamenti per 34 milioni. Denari spesi per avvocati, case, ragazze e regali, certo, ma anche per altre cause. Come i 70mila euro donati per il restauro della parrocchia del cugino a Lomazzo, i 2mila ai salesiani, i 200mila alla squadra di rugby dell'Aquila, i 40mila per il regalo di nozze a una segretaria.
Quindi i giroconto, a cadenza quasi quindicinale, a favore dei figli Marina e Pier Silvio, cui si aggiungono le spese di 675mila euro per mantenere e arredare il castello di Paraggi o di 900mila alla Flat Point per manutenzione- elettricità-acqua della residenza ad Antigua. Per la verità quanto percepito dalle ragazze era già noto, soltanto che ora sono stati tolti gli omissis su tutte le altre spese del premier, che invece erano stati posti nella richiesta di giudizio immediato di Berlusconi. Un bel gesto togliere gli omissis e un bel gesto pubblicare conti e conticini. Perché quel che conta, pubblicando il conto, è sfrucugliare il premier.
Magari riuscire a far indignare qualche italiano in più, raccontando, attraverso l'asetticità di quelle cifre, la solita storia del ricco che si compra cravatte firmate, mentre il povero, che frequenta solo l'ortolano, deve indugiare davanti alla lattuga o alla rucola. Poco male. Tanto si sa che i giornali servono per incartarla, la verdura.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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