da Milano
Se Anna Serafini, moglie di Piero Fassino e responsabile per linfanzia dei Ds, si appresta a raggiungere il marito nel prossimo Parlamento, Linda Giuva, da diciannove anni consorte di Massimo DAlema, percorre strade lontane da Montecitorio. Da gennaio dovrà dividersi tra luniversità di Siena, dove insegna «Archivistica generale», e quella di Urbino, dove sarà tra i docenti del «Master in giornalismo investigativo», il primo organizzato in Italia. Terrà il corso di «Metodologia della ricerca darchivio» ai venticinque allievi (tra cui alcuni giornalisti professionisti) che pagheranno 3.500 euro per sognare di emulare i celebri reporter Bob Woodward e Carl Bernstein, autori dellinchiesta sul Watergate che costò la presidenza a Nixon.
Il master, che prevede una parte teorica e stage finali, arruola tra i docenti giornalisti (Sandro Ruotolo, braccio destro di Michele Santoro), magistrati (Roberto Scarpinato, pm del processo Andreotti) e scrittori come il giallista Carlo Lucarelli. E poi Linda Giuva. «Lha scelta la direttrice del master, la professoressa Mariella Guercio che è anche sua amica», spiegano alluniversità. Le due hanno già collaborato, per esempio, al Manuale di gestione e conservazione dei documenti della Camera di commercio di Lodi.
Più a suo agio tra fascicoli e documenti che nei salotti e sui giornali, discreta ed elegante first lady quando il marito arrivò a Palazzo Chigi, Linda Giuva ha sempre cercato di non essere (solo) la signora DAlema. «Un illustre storico mi ha detto che avrei fatto una brillante carriera, se non fossi stata la moglie di DAlema», raccontava qualche anno fa.
Nonostante lingombrante marito, la signora, che ha lavorato allArchivio centrale dello Stato fino al febbraio di questanno, vanta un curriculum di tutto rispetto: attività didattica alluniversità La Sapienza di Roma, docenze e seminari vari, decine di pubblicazioni, una serie di incarichi per amministrazioni pubbliche. Membro del comitato scientifico della Fondazione Gramsci, collabora con il Senato e con il ministero dellInterno.
Attività strettamente legate alla specializzazione in archivistica. Ora, invece, insegnerà in un master di giornalismo. «Ci serviva un docente in questo campo - spiegano gli organizzatori del master - perché spesso i documenti arrivano in redazione per vari canali, ma noi vogliamo che i giornalisti abbiano gli strumenti per muoversi da soli negli archivi».
Nel 1999 si lamentava: «Ormai sono rassegnata, i giornalisti non mi cercano perché sono una brava archivista». Ora non più.
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