L'amore secondo Shammah. In scena Milena Vukotic

L'attrice, che compie oggi 90 anni, recita col giovane De Giacomo in un testo cucitole addosso dalla regista

L'amore secondo Shammah. In scena Milena Vukotic
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La mente di Andrée Ruth Shammah è sempre stata vulcanica in quanto emette un tale calore creativo che contamina chi le sta accanto. Siccome oggi, 23 aprile, Milena Vukotic compie 90 anni, lei ha deciso di omaggiarla scrivendo un testo, in collaborazione con Federica Di Rosa, e mettendolo in scena proprio il giorno del compleanno. Cosa ha immaginato? Semplicemente l'incontro di una insegnante di pianoforte, nota per essere stata una grande musicista, con un ragazzo fragile e inquieto, interpretato da Federico De Giacomo che, nello spettacolo più difficile, più emozionante e più affascinante della sua carriera, «Chi come me», ha voluto per interpretare il giovane Emanuel, affetto di autismo, sempre chiuso in se stesso e incapace di guardare le persone in faccia, atteggiamento che userà, all'inizio della commedia, con Madame A, presso la quale è stato mandato dalla mamma per prendere lezioni di pianoforte che, lentamente, si trasformeranno in lezioni d'amore.

Per la Shammah, dietro il testo, si nasconde sempre un'immagine, ovvero uno spazio che, in questo caso, si avvale di una scena di Gianni Carluccio, ai limiti del metafisico, avvolta in un tulle bianco con, in fondo, un grande porta e, ai due lati, un pianoforte e una scala a chiocciola che porta ad una camera sovrastante. Determinanti sono i video di Luca Scarzella che definiscono il luogo dell'azione, ovvero Parigi, e danno l'idea del dentro e del fuori nel momento in cui si vedranno proiettati i protagonisti a spasso per la città.

Il momento più inquietante dello spettacolo è, però, l'incontro tra Madame e il Giovane, essendo Andrée convinta di quanto abbia valore un incontro, dato che potrebbe cambiare la vita di una persona. In simili eventi, l'incontro richiede complicità, disponibilità, fiducia e tanto bisogno di tempo. Accanto alla protagonista e al Giovane Svogliato, Andrée ha pensato di aggiungere il Narratore, interpretato da Andrea Soffiantini, il quale, fin dall'inizio, indica un tracciato da seguire, con delle parole ambigue: «Dietro una porta chiusa, c'è sempre una storia, quella che è davvero accaduta e quella che può essere solo immaginata».

Il Narratore serve alla Shammah come un deus ex machina e lo utilizza per indicare gli eventi e lo spazio, quello di una stanza in cui si è respirata un'aria di nobiltà decaduta e dove, come una regina, si muove Madame Vukotic chiamata a dire delle parole che sembrano scritte da lei, tanto le sono congeniali. Madame non ama i ricordi, avendo da sempre sostenuto che la sua vita è stata proiettata verso il futuro, con una scelta di solitudine che ha condiviso con il gatto, Fleur, con cui, spesso, dialoga. Lei ha insegnato nelle Accademie più prestigiose, ha saputo scegliere i suoi allievi, anche quelli contestatori del lontano '68. All'età di novant'anni le è capitato lo strano incontro col Giovane apatico, svogliato e con disturbi dell'attenzione. Lei capisce che, quell'incontro, possa trasformarsi in una protezione invisibile che abbia il potere di liberare lui dalle paure, dalle ansie, e lei dalla solitudine.

Il cammino è molto semplice perché consiste in un lento passaggio dal silenzio all'ascolto, da un pessimo inizio a un lieto fine. Madame sa che tutti gli esseri infelici hanno un'anima delicata da conoscere e approfondire, per poterla rendere libera. Lo spettacolo non è diviso in scene, ma in incontri, come se fossero delle «sedute» psicoanalitiche, durante le quali Madame cerca di «spogliare» il Giovane, ovvero di liberarlo dalla sua «corazza», di farlo agire e pensare, ma, soprattutto, di fargli amare la vita alla quale, per sopravvivere, occorrono semplici atti d'amore.

Alla fine, il Giovane Svogliato chiederà alla novantenne Madame di sposarlo e lei gli chiederà di accompagnarla al fine vita, da intendere non come eutanasia, ma come un atto d'amore nei confronti

della vita. Essendo una musicista, Madame ha il senso del tempo e sa bene quando potrà arrivare quello per andarsene. Lo spettacolo fa parte della Rassegna «La grande età, insieme», voluta dalla Fondazione Ravasi-Garzanti.

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