L'Ancma contro il blitz sull'Abs: «Fuga in avanti che ci mette ko»

Il Parlamento rischia di dare il colpo di grazia al settore delle due ruote, attraverso un emendamento che scavalca il provvedimento approvato dall'Ue in materia di sicurezza. Di fatto, l'emendamento al decreto legge n. 179 del 18 ottobre 2012 in materia di «Ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese», approvato dalla commissione Industria del Senato nei giorni scorsi, e che potrebbe anticipare i tempi di applicazione del sistema di frenatura avanzata (l'Abs obbligatorio, in pratica), mette in difficoltà i costruttori che non possono essere pronti a rispondere alla nuova norma.
«È necessario un processo industriale - commenta Confindudtria Ancma, l'associazione dei costruttori di motocicli, in una nota critica - per mettere in linea il sistema Abs su tutta la gamma dei prodotti venduti. Il provvedimento non rispetta, inoltre, il lavoro, serio e attento, che l'intero settore svolge proprio in materia di sicurezza, e dimostra l'approssimazione dei nostri politici di fronte a temi complessi e delicati quali la sicurezza degli utenti delle 2 ruote. In questo caso, l'emendamento è stato presentato senza il sostegno di alcuna consultazione con gli esperti e da soggetti che non sono a conoscenza di meccanismi e funzionamento del settore». Ancma sottolinea, inoltre, che l'industria ha preso l'impegno volontario di dotare di Abs, di serie o come optional, il 75% dell'offerta dei modelli immessi sul mercato entro il 2015 (oggi si è giunti al 50%).

«Quanto discusso in Parlamento - aggiunge la nota - rappresenta una superficiale fuga in avanti in un momento di pesante crisi del mercato, con i volumi che si sono dimezzati negli ultimi 3 anni. L'impatto sull'industria italiana sarebbe gravissimo e tutti i veicoli, attualmente nella rete e in produzione sprovvisti di Abs, diventerebbero illegali. Situazione assurda».

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