L'antifascismo di "M", merce tra le merci

L'adattamento del romanzo di Scurati mette in scena un Mussolini simile al Joker

L'antifascismo di "M", merce tra le merci
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Non cercate Benito Mussolini in M - Il figlio del secolo, la serie tv dal 10 gennaio su Sky tratta, per la regia di Joe Wright, dall'omonimo romanzo di Antonio Scurati. Non c'è il capo del fascismo, c'è un villain, non un villain di Shakespeare, ma un cattivo da serie Marvel.

Inutile spolverare i tomi di Renzo De Felice per ristabilire la realtà o scomodare Leonardo Sciascia per riflettere su M e l'eventuale declino culturale dell'antifascismo. L'operazione è commerciale. Nessuno cambierà idea a causa o grazie a M. Nessuno diventerà fascista, nessuno diventerà antifascista, la zona grigia degli indecisi e degli indifferenti non muterà colore, tanto meno M ha le carte in regola per stimolare una seria rilettura o revisione dell'operato di Mussolini. M è televisione. Non ci sono sfumature. Non c'è niente di complesso e ragionato. È solo intrattenimento fatto in modo professionale; contano gli indici d'ascolto.

Naturalmente M è promossa come opera di impegno civile. Ma questo rientra nel gioco delle parti, nel tentativo di «fare dibattito», di accendere l'attenzione sul prodotto per venderlo meglio. La promozione prevede qualche accenno al governo, due banalità sul populismo, una frecciatina alla Rai, nella speranza che qualcuno abbocchi. Pubblicità, insomma. Con qualche caduta nel grottesco, come accade a un settimanale che definisce Antonio Scurati con l'espressione «paladino dell'antifascismo nell'Italia meloniana». Essere antifascisti nell'Italia di oggi non costa nulla, l'antifascismo è scontato, è un dato di fatto, sta nella Costituzione, non ci sono progetti eversivi in corso, non è minacciata la libertà d'espressione. Esiste qualche nostalgico, capirai, ci sono in giro anche nostalgici di Stalin. I paladini dell'antifascismo dovevano (e devono, in certi Paesi) affrontare ben altro. Non vanno in classifica, non pubblicano con grandi editori, non sono invitati a decine di appuntamenti pubblici, non scrivono sui quotidiani, non vengono cercati dalle televisioni.

La serie M, e il modo in cui è stata lanciata, dalla Mostra del cinema di Venezia ai paginoni sui giornali fino alla distesa di cartelloni (con braccia tese) appiccicati sui palazzi di Milano, è un ottimo esempio di cosa sia oggi l'antifascismo in assenza di fascismo: un fumetto in cui Benito Mussolini assume il ruolo del Joker o del Pinguino; un'astrazione che dimentica la storia

anche se ne rivendica la conoscenza; un prodotto come tanti sugli scaffali del supermercato della cultura di massa.

In questa vicenda, non è M a far pensare. È il fatto che l'antifascismo sia diventato merce tra le merci.

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