Dai trasporti alle poste, dai servizi pubblici alle banche, passando per l'energia, le professioni, i taxi, i farmaci e la semplificazione dell'attività amministrativa: sono questi i settori nei quali "rimuovere gli ostacoli che ancora si frappongono all’apertura dei mercati e per promuovere la concorrenza". In una parola: liberalizzazioni.
A segnalare a governo e parlamento i settori su cui intervenire è l'Antitrust, che precisa però come sia "necessario accompagnare le liberalizzazioni con interventi che garantiscano l’equità sociale e che favoriscano, anche attraverso le opportune riforme del diritto del lavoro, nuove opportunità di inserimento per i soggetti che ne uscissero particolarmente penalizzati".
Secondo l'authority, la "legge annuale sulla concorrenza è lo strumento con il quale procedere: per vincere ostacoli e resistenze dei gruppi che si sentono danneggiati, occorre infatti recuperare la dimensione dell’interesse generale e la sua prevalenza sui vari egoismi di categoria, procedendo con interventi di ampia portata che contestualmente sciolgano i nodi anticoncorrenziali su mercati diversi e con attori economico-sociali differenti".
L’Antitrust, si legge ancora nel testo, "ha consapevolezza che per superare le numerose incrostazioni corporative e le resistenze dei grandi attori economici ad un’effettiva apertura del mercato, la politica di liberalizzazioni dovrà inevitabilmente essere una sorta di work in progress", ma "l’urgenza della crisi richiede di non indugiare e di attuare gli interventi di immediata applicazione".
Tuttavia, l'attenzione all'equità sociale deve essere il faro che guida queste azioni. Perché "non vanno sottovalutati i costi sociali sottesi, nel brevissimo periodo, alle liberalizzazioni".
Ecco settore per settore le proposte dell'Antitrust:
Servizi pubblici locali: "Occorre introdurre l’obbligo per gli enti locali di definire in via preliminare gli obblighi di servizio pubblico. Stabilito il perimetro, dovranno verificare la possibilità di una gestione concorrenziale con procedure aperte di manifestazione di interesse degli operatori del settore a gestire in concorrenza i servizi. Solo in caso di fallimento di questa procedura gli enti locali potranno mantenere la gestione in esclusiva affidata con gara a un privato, mentre l’affidamento in house (direttamente gestito dall’ente pubblico con una sua società) è consentito solo a fronte di un’analisi di mercato che ne dimostri in modo chiaro i benefici diretti. Occorre inoltre accelerare le scadenze degli affidamenti che non sono il frutto di un confronto competitivo, dando però all’ente locale la possibilità di evitare la scadenza anticipata attraverso l’immediato avvio di una procedura di cessione a privati con gara delle quote della società pubblica (totalitaria o mista). La procedura dovrà concludersi entro un termine ravvicinato, pena sanzioni per l’ente locale".
Appalti pubblici: vietare i lavori in house "Va inserito nel Codice dei contratti pubblici un espresso divieto di affidamento in house di lavori o forniture. Per i servizi vanno inseriti precisi limiti e in ogni caso occorre un’analisi di mercato che evidenzi i concreti benefici dell’affidamento in house. Dovrà essere previsto un obbligo di ricognizione degli affidamenti: in caso di mancato rispetto scatta la sanzione della scadenza anticipata degli affidamenti. Anche in questo caso va prevista la clausola in base alla quale gli affidamenti possono essere confermati in caso di cessione della società in house".
Energia elettrica e gas: "Occorre in tempi brevi ridurre il gap di informazione tra i distributori e venditori finali non integrati verticalmente con i distributori stessi, aumentando la concorrenza a valle. Per questo occorre introdurre specifici obblighi informativi e ampliando la quantità e la qualità dei dati da mettere a disposizione. l’Autorità ritiene inoltre necessario che in tempi brevi vengano adottate misure pro-concorrenziali relative ad agevolazioni per la costruzione di nuove infrastrutture di importazione di gas
Autostrade e aeroporti: "Va modificato il sistema di revisione delle tariffe previsto dalla Convenzione tra Anas e Autostrade per l’Italia, passando a un meccanismo che preveda la sottrazione dal tasso di inflazione del tasso di produttività attesa e, soprattutto, un consistente premio per un miglioramento della qualità del servizio e per i progetti di investimenti futuri, ove verificabili. La regolazione delle infrastrutture autostradali va comunque affidata alla già prevista Autorità di regolazione dei Trasporti, fermo restando il ruolo dell’Agenzia delle infrastrutture stradali e autostradali. Per gli aeroporti, in attuazione della direttiva europea, occorre introdurre modelli di tariffazione non discriminatori, orientati ai costi, all’efficienza ed all’incentivazione degli investimenti, in un contesto di trasparenza nei meccanismi di adozione dei diritti aeroportuali, su cui vigilerà la nuova Autorità. Va infine ridotta la durata cinquantennale delle concessioni, che va invece commisurata alle caratteristiche dell’investimento e alla possibilità di una sua remunerazione. Nel caso di investimenti non completamente ammortizzati, le procedure di affidamento possono comunque prevedere, laddove il subentrante sia diverso dal precedente concessionario, adeguate forme di compensazione".
Carburanti: "L’Autorità propone una più incisiva razionalizzazione della rete distributiva con misure che favoriscano lo sviluppo di operatori indipendenti dalle compagnie petrolifere anche attraverso forme di aggregazione di piccoli operatori e/o di gestori di impianti. Per garantire l’assenza di ostacoli all’accesso a nuovi operatori non integrati verticalmente (pompe bianche e GDO), occorre vietare alle Regioni di inserire vincoli alla apertura degli impianti non previsti dalle norme nazionali e eliminare la norma che impedisce la realizzazione di impianti completamente automatizzati. Per sviluppare una rete distributiva maggiormente indipendente dalle compagnie petrolifere si dovrebbe consentire l’utilizzo, nei rapporti tra proprietari degli impianti e gestori, di tutte le tipologie contrattuali previste dall’ordinamento eliminando il vincolo della tipizzazione tramite accordi aziendali. Verrebbe così, da un lato, introdotta una piena autonomia del gestore rispetto al soggetto proprietario dell’impianto incentivando, ad esempio, forme di aggregazione di piccoli operatori nell’attività di approvvigionamento. Dall’altro, questo potrebbe consentire alle società petrolifere di rifornire anche punti vendita non appartenenti alla propria rete (rendendo possibile la nascita di impianti multimarca)".
Comunicazioni: "Occorre promuovere la realizzazione di reti di nuova generazione nelle aree dove con ogni probabilità gli operatori di mercato non effettueranno investimenti commerciali nel prossimo futuro, conformemente agli Orientamenti comunitari. Parallelamente è necessario rimuovere non giustificati ostacoli di carattere amministrativo alla realizzazione delle reti da parte degli operatori del settore e, in particolare, dei nuovi entranti anche per ridurre possibili fonti di contenzioso".
Servizi postali: "Necessario delimitare il perimetro del servizio universale limitandolo esclusivamente a quei servizi essenziali che l’utente non sarebbe altrimenti in grado di acquistare a titolo individuale, individuati dall’Autorità di regolazione preposta. Va inoltre ridotta la durata dell’affidamento del servizio stesso a poste (attualmente fissata a 15 anni). L’esenzione Iva non va inoltre applicata alle prestazioni di servizi postali le cui condizioni siano oggetto di negoziazione individuale. Quanto all’attività di Banco Posta, occorre prevedere la costituzione di una società separata da Poste Italiane, che abbia come oggetto sociale lo svolgimento dell’attività bancaria a pieno titolo e che risponda ai requisiti della normativa settoriale contenuta nel Testo unico bancario".
Trasporto ferroviario: "L’Antitrust auspica che sia resa rapidamente operativa l’Autorità dei Trasporti: sarà così possibile vigilare sulla «terzietà» della gestione di tutte le infrastrutture ritenute essenziali per lo svolgimento di un corretto confronto concorrenziale nei servizi di trasporto ferroviario merci e passeggeri. La stessa Autorità dovrebbe individuare misure idonee a mantenere in equilibrio il finanziamento degli obblighi di servizio pubblico (ad esempio il pagamento di un contributo a carico dei nuovi operatori, per lo svolgimento del servizio universale, almeno per gli ingressi relativi a numero di treni e frequenze più significativi). Nel trasporto ferroviario regionale vanno previsti «premi», in termini di risorse pubbliche, per le amministrazioni regionali che decidano di non rinnovare per altri sei anni l’affidamento diretto con Fs. Per agevolare la partecipazione alle gare per l’affidamento dei servizi di trasporto ferroviario regionale del più ampio numero di concorrenti, occorre che la disponibilità del materiale rotabile già al momento della gara non costituisca un requisito di partecipazione".
Autotrasporto su gomma: "Vanno eliminate le disposizioni normative che impongono o comunque agevolano la fissazione di tariffe minime per i servizi di autotrasporto".
Banche e assicurazioni: "E' preferibile limitarsi a intervenire sulla metodologia di calcolo e sul livello delle commissioni interbancarie multilaterali, piuttosto che prevedere prezzi massimi o minimi delle commissioni applicate dalle banche agli esercenti. Va inoltre introdotto il divieto per la banca che stipula un mutuo o un finanziamento di vendere contemporaneamente una polizza collegata a quel contratto. Sul fronte della Rc Auto occorre migliorare il meccanismo del risarcimento diretto, prevedendo soglie ai rimborsi ricevuti dalla compagnia del danneggiato modulati in funzione degli obiettivi di efficienza che devono essere raggiunti dalle compagnie. Dall’ambito della procedura di risarcimento diretto vanno comunque esclusi i danni alla persona".
No a deroghe su aperture di nuovi esercizi commerciali: "Necessario abolire la possibilità di deroghe al principio di libertà di apertura di nuovi esercizi, chiarendo meglio le tipologie di esercizi alle quali la norma non si applica per evitare interpretazioni riduttive".
Taxi: sì alle licenze compensative "Va incentivato l’aumento del numero delle licenze dei taxi, almeno nelle città dove l’offerta del servizio presenta le maggiori carenze, prevedendo adeguati meccanismi di "compensazione" per gli attuali titolari delle licenze. In particolare, al fine di rendere effettivamente praticabile la riforma, minimizzandone l’impatto, l’Autorità suggerisce di dare la possibilità agli attuali titolari delle licenze di vedersene assegnata un’altra gratuitamente. La nuova licenza potrebbe essere venduta, recuperando la perdita di valore del titolo originario e, comunque, l’offerta del servizio di taxi registrerebbe un miglioramento significativo".
Farmacie: aumentare numero "Occorre liberalizzare la vendita dei farmaci con prescrizione medica ma a totale carico del paziente (i cosiddetti farmaci di fascia C) e rimuovere gli ostacoli all’apertura di nuove farmacie, aumentando la pianta organica delle stesse. Va ampliata la possibilità della multi-titolarità in capo a un unico titolare, aumentando il numero massimo da 4 a 8".
Distribuzione editoriale: "Va consentita una remunerazione differenziata dei rivenditori in base a parametri oggettivi, che tengano conto della qualità delle prestazioni rese e dei risultati conseguiti dall’esercizio, affrontando anche le problematiche relative alla filiera distributiva per garantire i rifornimenti".
Giustizia civile: "L’Antitrust propone di affidare alle sezioni specializzate in materia di proprietà industriale ed intellettuale, istituite presso i tribunali e le corti d’appello, la competenza in materia di azioni di nullità e di risarcimento del danno, nonchè di ricorsi intesi ad ottenere i provvedimenti d’urgenza, anche inibitori, per la violazione di disposizioni contenute nella normativa Antitrust nazionale e comunitaria. L’obiettivo primario è concentrare tale competenza davanti a giudici specializzati nel settore".
Professioni: "Occorre l’abolizione espressa di qualsiasi forma di tariffario mentre gli Ordini vanno riformati, garantendo che la funzione disciplinare sia svolta da organismi che garantiscano un ruolo terzo. Anche nel settore della formazione professionale il potere dei Consigli degli Ordini va limitato alla fissazione di requisiti minimi dei corsi di formazione, senza alcuna necessità di autorizzazioni o riconoscimenti preventivi.
È inoltre necessaria la revisione della pianta organica dei notai, in modo da aumentare significativamente il numero dei posti. Per tutti gli Ordini va infine abrogata la norma che prevede il controllo, da parte degli Ordini stessi, sulla trasparenza e veridicità dei messaggi pubblicitari veicolati dai professionisti".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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