Quale sarà la catastrofe che segnerà la fine della vita sulla terra? In realtà, la domanda è mal posta perché, quando ci si chiede tra quanto tempo l'aria diventerà irrespirabile a causa dell'inquinamento o quanto si alzeranno i mari e quanti orsi polari moriranno di fame a causa dello scioglimento dei ghiacciai oppure quante tartarughe si infilzeranno con le cannucce dei mojito di cinque estati fa, di fatto l'interesse non è per la vita delle povere tartarughe o dei deperiti orsi polari, ma solo ed esclusivamente per la sopravvivenza della nostra specie.
È ben noto, infatti, che in caso di eventi catastrofici di portata planetaria gli scarafaggi sono quelli che avranno le migliori probabilità di sopravvivenza, ma a nessuno interessa degli scarafaggi. Quindi, riformulando la domanda con buona pace degli scarafaggi che tanto ci seppelliranno tutti, quale sarà la catastrofe che cancellerà la specie umana dalla faccia della terra?
Così, senza pensarci, un primo scenario non richiede neanche troppa immaginazione e potrebbe coinvolgere un virus, un pochettino più determinato dell'odierno Corona, contro il quale non ci siano lockdown, green pass e vaccini che tengano. Una piccola variazione di questo scenario catastrofico potrebbe coinvolgere invece un batterio, uno di quelli resistenti a tutti gli antibiotici noti, il famoso e temutissimo superbug contro la diffusione del quale anche la più avanzata medicina non avrebbe armi.
Questa prima categoria di catastrofe di tipo pandemico è però solo una delle tante possibili e per sapere rispondere bene alla domanda, ed essere preparati ad ogni eventualità, è consigliabile prima la visione di una serie di documentari di National Geographic molto popolare negli Stati Uniti intitolata Doomsday Preppers (cioè, letteralmente, coloro che dedicano la loro vita a prepararsi per il giorno del giudizio), dove viene fornito ai telespettatori il menù completo di ogni possibile fine del mondo: una tempesta solare con contorno di totale blackout tecnologico, esplosioni nucleari, terremoti devastanti o supereruzioni vulcaniche con relativi equipaggiamenti, addestramenti e impressionanti armamenti. Tra tutti gli scenari contemplati, i preparatori apocalittici sembrano tuttavia essersi dimenticati della possibile quanto inarrestabile ascesa di un'intelligenza artificiale dedicata alla distruzione degli esseri umani per il controllo del pianeta.
Cosa succederebbe in questo caso? La risposta per fortuna c'è ed è stata scritta in un breve e formidabile racconto di Fredric Brown intitolato appunto La Risposta, dove un gruppo di scienziati, dopo aver ultimato le saldature necessarie a collegare i computer di tutti i pianeti abitati dell'universo, decide di porre al supercomputer la domanda delle domande, quella domanda a cui nessun singolo computer aveva mai potuto rispondere prima: c'è Dio? «L'immensa voce rispose senza esitazione, senza il minimo crepitìo di valvole o condensatori. Sì: adesso, Dio c'è».
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