L'Aquila - Tensione, lancio di bottiglie, slogan contro la polizia che fronteggia un gruppo di manifestanti che hanno partecipato alla marica contro il G8, all’ingresso di Corso Federico II, una delle principali strade di accesso al centro storico de L’Aquila. Basta un attimo perché una pacifica manifestazione rischi di trasformarsi in uno scontro. Colpa di un gruppo di black block che, nascosti tra le fila dei manifestanti, cercano di scaldare gli animi e forzare il cordone di sicurezza della zona rossa.
La "sfilata" tra le macerie La manifestazione partita attorno alle 14 la manifestazione dei no global e dei comitati ha marciato da Paganica all’Aquila. Sono circa 3-4mila i partecipanti alla marcia no global a L’Aquila secondo le Forze dell’ordine. Stima poco diversa da parte degli organizzatori, che quantificano in 5mila persone i manifestanti. Il corteo ha raggiunto intorno alle 15, ad un’ora dalla partenza, il quartiere di Sant’Elia lungo la strada provinciale 17, dopo essersi lasciato alle spalle Bazzano. Una lunga marcia di oltre otto chilometri, gli ultimi due in salita, che ha decisamente sfilacciato il serpentone partito compatto: dopo tre ore l'arrivo all'Aquila.
Momenti di tensione Solo al termine del corteo ci sono stati alcuni momenti di tensione. Sono, infatti, saltati i nervi ad alcuni settori del corteo della marcia no global proprio una volta raggiunto il centro storico. Le provocazioni alla polizia - che non ha mai reagito ed è rimasta composta nel suo schieramento a difesa dell’ingresso al centro storico - e poi l’arrivo di alcune delegazioni di no global stranieri incappucciati hanno fatto accendere la miccia. Gli aquilani, rappresentanti del sindacato e del Prc, hanno invitato i black block a togliere il passamontagna oppure ad andare via dalla manifestazione. Dopo attimi di tensione i facinorosi stranieri sono stati allontanati. Ora il clima è ritornato sereno. Ma tra 'falchi' e 'colombe' è tensione: volati anche insulti e qualche spintone tra chi vorrebbe lasciare pacificamente la Villa Comunale e chi, invece, vorrebbe fare qualche azione più dura. A distanza vigilano senza intervenire, poliziotti in assetto antisommossa.
Il corteo si sciglie Riportata la calma si va lentamente svuotando la Villa comunale: i partecipanti asciano lentamente la piazza per tornare agli autobus che li hanno portati nel capoluogo abruzzese da tutte le parti d’Italia. Gli organizzatori, aldilà dei brevi attimi di tensione, sono soddisfatti per l’esito della marcia che si annunciava pacifica e che tale si è confermata. "Abbiamo dimostrato maturità e grande presa di coscienza di ciò che si doveva fare - commentano - e ringraziamo tutti per essere venuti qui a dire no al G8 e a dare solidarietà agli aquilani".
La protesta dell'Iran L’Iran ha convocato l’ambasciatore italiano a Teheran, Alberto Bradanini, per esprimere la sua "condanna per l’uso della forza da parte della polizia italiana per reprimere le manifestazioni degli oppositori" al G8 dell’Aquila. Il direttore generale del Dipartimento Affari Europa occidentale del ministero degli Esteri iraniano ha chiesto all’ambasciatore Alberto Bradanini che l’Italia si attenga agli impegni internazionali nella gestione dell’ordine pubblico alle manifestazioni.
Da parte iraniana è stato anche condannato "il silenzio dei cosiddetti difensori della democrazie e dei diritti umani sull’assassinio di Narwa Al Sherbini, la ragazza egiziana accoltellata in tribunale a Dresda da un fanatico anti-islamico". Per Teheran l’atteggiamento dei membri del G8 è "un esempio lampante del discutibile approccio dell’Occidente sulle questioni dei diritti umani e delle minoranze, specialmente dei musulmani in Europa".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.