In vetta c'è sempre lui. Ken Follett con La colonna di fuoco (Mondadori) continua a dominare la classifica. Vende un po' meno ma si mantiene sopra le 11mila e 600 copie. Inarrivabile per gli inseguitori, sempre capeggiati da Antonio Manzini che con Pulvis et umbra (Sellerio) raggiunge «soltanto» le seimila e 400 copie. Se non c'è gara per la vetta, è battaglia serrata ai piani più bassi, una lotta favorita anche dal fatto che la classifica è a basso voltaggio. Al terzo posto torna Donatella Di Pietrantonio con L'arminuta (Einaudi). La vincitrice del Campiello tallona Manzini vendendo poco più di seimila copie. Invece il vincitore dello Strega, Paolo Cognetti, insegue lei: Le otto montagne (Einaudi) raggiunge quota quattromila e 690 copie. Quest'anno i due maggiori premi letterari italiani si sono rivelati forieri di un bel traino in libreria. Da anni il fenomeno non era così marcato e forse è stato favorito dalla mancanza di un superbestseller straniero dell'estate.
Intanto torna a crescere ancora Storie della buonanotte per bambine ribelli. 100 vite di donne straordinarie (Mondadori): è risalito sino alla settima posizione. Un vero caso editoriale che dimostra che la produzione per giovanissimi è una delle chiavi del mercato. Esattamente come la «scolastica» che rappresenta un sottobosco di cui si parla poco ma dove si raccoglie molto. A ricordarcelo questa settimana c'è l'ottavo posto di Il mio primo dizionario. Miot (Giunti) che raggiunge le duemila e 800 copie. Abbastanza da consentirgli di sorpassare i cacciatori di ombre di Cassandra Clare (Signore delle ombre. Dark artifices. Shadowhunters, Mondadori) e il pompatissimo libro di Aldo Cazzullo&prole: Metti via quel cellulare. Un papà. Due figli. Una rivoluzione (Mondadori).
Non c'è quasi giornale che non ne parli. Si vede che i giornalisti sono pieni di cellulari o di figli, o di amici (con i figli e il cellulare). Comunque, nel dubbio, adesso ne abbiamo parlato anche noi, magari scarichiamo anche l'e-book su uno smartphone.
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