Lauren Bacall: che noia Cruise e i suoi flirt

Mariangiola Castrovilli

da Toronto

Ottantun anni portati splendidamente, il ricordo di una strepitosa bellezza ancora visibile e un senso dell’umorismo più affilato dei suoi zigomi, Betty Joan Perske, ovvero Lauren Bacall, è alla trentesima edizione del Toronto International Film Festival solo per un giorno. L’icona della storia del cinema dà subito prova dei suoi giudizi taglienti, cominciando da Tom Cruise, di cui, evidentemente, non approva la disinvoltura. «Non mi piace la sua condotta, soprattutto quando salta sui divani nelle trasmissioni tv. E poi il fatto che abbia questo grande affair con una ragazza che sembra sia scomparsa dalle scene... E ancora, se vogliamo dirla tutta, che noia questo suo affliggerci con Scientology che vuole insegnare alla gente come vivere... ».
Ok, cambiamo argomento, andrà a vedere qualcuno dei 335 film del Festival?
«Purtroppo no, proprio perché resto solo 24 ore, altrimenti avrei visto volentieri Proof, con Gwyneth Paltrow, perché oltre a essere bella è molto dotata e poi mi piace sua madre, Blythe Danner».
Come trova gli attori della nuova generazione?
«Il problema che abbiamo in America è di continuare a ripetere: tizio è il nuovo Marlon Brando, caia è la nuova Marilyn Monroe, lo trovo assolutamente ridicolo, perché ognuno di noi è diverso».
C’è una seconda Bacall?
«Spero proprio di no e poi non sono ancora morta. Senza contare che alla gente non gliene può fregare di meno».
Come ha cominciato Lauren Bacall?
«Come Betty Joan Perske di New York, senza un dollaro. Nessuno aveva soldi a quel tempo, eravamo tutti poveri, facevamo parte della middle class ma con molto carattere. Ricordo che la prima volta che andai allo stadio per una partita di baseball con Bogart, mangiammo degli hotdogs comprati su un carrettino».
Già Humphrey Bogart e il vostro grande amore, come nel film L’isola di corallo sembrava aveste veramente tutto...
«Al contrario, non avevamo niente, Humphrey morì due settimane dopo il suo cinquantasettesimo compleanno... Sono felice però di averlo incontrato perché senza di lui la mia vita privata avrebbe potuto essere solo un disastro».
Vi incontraste nel 1944 sul set di Acque del Sud. Fu colpo di fulmine?
«No, perlomeno non all’inizio, quando i rapporti si limitavano a buongiorno e buonasera anche perché, come Rossella in Via col vento, sbavavo per Leslie Howard e non per Clark Gable».


E adesso?
«Ho deciso che avevo bisogno di un compagno dotato di charme e di intelligenza, capace di amarmi appassionatamente e che fosse felice al solo vedermi varcare la soglia di una stanza». Così si è comprata un cagnolino che ha chiamato Sophie.

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