Settembre, andiamo: è tempo di pagare (le tasse). Lunedì 4 finisce il periodo di sospensione dei termini e rinvii dovuti alla pausa estiva. Ripartono sia i controlli dell’Agenzia delle Entrate, sia i 30 giorni per il pagamento degli avvisi bonari sulle presunte irregolarità nelle dichiarazioni reddituali a seguito dei controlli automatici dell’Agenzia. Molti commercialisti segnalano intimazioni a pagare entro cinque giorni per tasse prescritte, condonate o addirittura già pagate. Chiusi gli ombrelloni, dunque, si (ri)aprono i portafogli per aziende e contribuenti, in attesa che la tanto agognata riforma fiscale, che dovrà diventare realtà entro fine anno con una serie di decreti attuativi, riesca a riportare in equilibrio i rapporti tra italiani e Agenzia delle Entrate, colpevole di troppe storture. Le 13 commissioni di esperti istituite ad agosto stanno già lavorando ai testi, che il 20 settembre saranno presentati al Comitato tecnico sulla riforma, presieduto dal viceministro all’Economia Maurizio Leo.
Al netto dei proclami discordanti che arrivano dall’Erario e dall’esecutivo sulla pace fiscale, l’attesa è tutta a fine mese con la Rottamazione quater, quando si saprà il destino di almeno 19 milioni di cartelle esattoriali. Il rischio concreto è che solo il 15%-18% dei 30 miliardi di euro potenziali stimati, vale a dire poco più di cinque miliardi, siano realmente incassabili. E questo non per le voci di condono ma perché le rate da pagare sono troppo alte e ravvicinate (il 10% a ottobre e a novembre, poi a seguire ogni tre mesi) e soprattutto troppo poche, tanto che da più parti si chiede di rinviare almeno quella di novembre e di allungare da sei a dieci anni la rateizzazione.
L’obiettivo è non far fallire anche questa rottamazione: in passato solo 20 dei 53 miliardi previsti sono stati effettivamente incassati.
L’Agenzia delle Entrate avrebbe già iniziato a comunicare ai contribuenti il relativo piano di rateizzazione. Parallelamente si registra un aumento del ricorso alla legge sul sovraindebitamento grazie al modello Dals, che può far cancellare fino al 95% dei debiti dal 2000 al 2015, anche grazie ai recenti pronunciamenti della Corte di giustizia del Lussemburgo che ritiene illegittime le sanzioni dal 30 al 300 per cento.
Il giorno più intasato è il 18 settembre, in cui coincidono una raffica di scadenze per la terza rata 2022 e acconto 2023 di Iva e Irpef (che valgono insieme il 75% del gettito), Ires, Irap, cedolare secca sugli affitti e Tobin Tax, tassa sugli intrattenimenti. A spanne si tratta di 100 miliardi circa sui circa 500 miliardi l’anno di incasso fiscale.
Il 2 ottobre è invece l’ultimo giorno per presentare il 730 del 2023 sui redditi 2022, il modello più usato da dipendenti, pensionati o disoccupati.
Ecco perché alcune riforme della legge delega non saranno a saldo zero (come appunto il taglio di Irpef, Ires e Iva e la detassazione delle 13me), mentre altre misure come la riforma di contenziosi, accertamenti e riscossione potrebbero generare più risorse. Dunque, servirà valutare bene la copertura finanziaria, forse già nella NaDef che Palazzo Chigi deve approvare entro il 27 settembre. Poi partirà l’iter della legge di Bilancio 2024, che va presentata alle Camere entro il 20 ottobre (ma deve essere inviata a Bruxelles entro il 15). Infine l’entrata in vigore dal 1 gennaio 2024, anche se ci sono altri 24 mesi per eventuali correzioni dei decreti in corso d’opera.
Intanto sono 188.292 le domande di iscrizione ai due bandi di concorso (129.751 per le attività tributarie, 58.541 per i servizi di pubblicità immobiliare) per 4.
500 funzionari a tempo indeterminato all’Agenzia delle Entrate. In più di 44mila hanno fatto domanda per entrambi i profili, con prove scritte sprint in date diverse già a novembre. Il volto futuro dell’Agenzia passa soprattutto da loro e dalla loro formazione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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