"Figure professionali introvabili". Il grido d'allarme della Cgia di Mestre per 50 categorie: ecco i lavori richiesti

Secondo lo studio dell'associazione, tantissime richieste imprenditoriali rimangono insoddisfatte se si cercano ingegneri elettronici/telecomunicazioni, intonacatori, saldatori e clinici da assumere

"Figure professionali introvabili". Il grido d'allarme della Cgia di Mestre per 50 categorie: ecco i lavori richiesti
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"Se i disoccupati in Italia sono poco meno di due milioni, di cui 800 mila circa in età compresa tra i 15 e i 34 anni, secondo il nostro Ministro del lavoro, invece, sarebbero un milione i posti che le imprese non riescono a trovare". Con questa dichiarazione, l'Ufficio studi della Cgia di Mestre - Associazione Artigiani e Piccole Imprese Mestre - ha presentato la periodica indagine Excelsior condotta sugli imprenditori italiani dall'Unioncamere-Anpal in cui sono state elencate le prime 50 categorie professionali di difficile reperimento.

Lo studio della Cgia spiega come, nel nostro Paese, domanda e offerta facciano fatica ad incontrarsi, soprattutto se si fa riferimento a quei lavori più qualificati come ingegneri e medici, ma anche a lavori più manuali come intonacatori e tappezzieri. L’associazione Artigiani e Piccole Imprese spiega come, il più delle volte, le persone che sono alla ricerca di un’occupazione spesso non abbiano i requisiti giusti per soddisfare le richieste del mercato del lavoro dato che presentano un deficit educativo o una scarsa esperienza per farsi valere in determinati comparti. La fascia di popolazione che più soffre questa condizione sono i giovani - 21,7% il tasso di disoccupazione giovanile - mentre diverse aziende, soprattutto nel Mezzogiorno, sono costrette a rinunciare a una quota importante degli ordinativi, poiché non hanno le risorse umane sufficienti per far fronte a queste nuove commesse. Questo quadro d'incertezza si riverbera sui consumi e sulle attività produttive, dato che, nel primo caso, le famiglie diventano sempre più parsimoniose mentre, nel secondo caso, le aziende non possono crescere di dimensioni e di fatturato.

La relazione divide le figure professionali più difficili da assumere in due blocchi distinti a seconda del numero delle richieste degli imprenditori che rimangono inevase. C’è un primo blocco in cui 8 casi su 10, gli imprenditori si devono arrendere con la loro ricerca di saldatori ad arco elettrico, medici di medicina generale, ingegneri elettronici/telecomunicazioni, intonacatori (che includono anche gli stuccatori, i decoratori e i cartongessisti) e dirigenti d'azienda di istituti scolastici privati e di strutture sanitarie private. C’è un secondo blocco per cui 7 richieste imprenditoriali su 10 rimangono scoperte se ambiscono ad assumere i meccanici collaudatori, gli infermieri/ostetriche, i tecnici elettronici (installatore e manutentore hardware), i tappezzieri, i materassai, gli operai addetti a macchinari per la filatura e bobinatura, i saldatori, i tagliatori a fiamma, gli ingegneri elettronici, gli elettrotecnici e gli operai addetti ai telai meccanici per la tessitura e maglieria.

Analizzando la situazione a livello di province, la situazione più critica è a Chieti e a L'Aquila con il 43,6 per cento; seguono poi Caltanissetta con il 40,5 per cento, Cagliari con il 39,2, Brindisi e Sassari con il 39, Siracusa con il 38,8, Isernia, Matera e Pescara con il 38,5, Benevento con il 38,1. Rispetto al 2017 gli imprenditori faticano molto di più nelle loro ricerche di assunzione: sei anni fa solo il 21,5 per cento degli imprenditori intervistati dichiarava di faticare moltissimo a reperire nuovo personale, ma nella rilevazione del mese scorso la percentuale è salita al 47,6 per cento.

Secondo la Cgia, nei prossimi anni, il quadro diventerà sempre più incerto dato il calo della natalità e l’innalzamento dell’età media che comportano frotte di lavoratori prossimi al pensionamento senza possibilità di ricambio generazionale.

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