Il cinque maggio 2023 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha ufficialmente dichiarato la fine dell’emergenza sanitaria, iniziata l’undici marzo del 2020. In mezzo, abbiamo visto scorrere immagini drammatiche e stravolgimenti che hanno interessato la nostra vita più quotidiana. Immediatamente si è posto il problema del lavoro: come poter lavorare in tempo di pandemia? Una risposta è stata individuata nel lavoro-da casa, il cosiddetto smart working.
Ma con questo ultimo provvedimento dell’OMS, si impone necessariamente un interrogativo fondamentale relativo alla modalità del lavoro-agile come sistema lavorativo. Anzitutto, tentiamo di fare un po’ di ordine: l’ultima proroga a questa misura risale al ventisette febbraio 2023 quando, dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, entrava in vigore il decreto Milleproroghe, che garantiva il lavoro-agile fino al trenta giugno 2023 per le categorie di lavoratori super fragili, fragili e, a particolari condizioni, per i genitori di minori di quattordici anni.
Se l’azienda lo prevede sarà possibile continuare a lavorare da casa
Ora, se il governo opterà per il non intervento attraverso ulteriori proroghe, per tutte le categorie, anche quelle prese in considerazione poc’anzi, si rende necessario il ritorno alla modalità in presenza. Un sentiero attraverso il quale, però, può essere mantenuta la via del lavoro agile è il caso in cui l’azienda abbia disciplinato lo smart working, in dialogo con le rappresentanze sindacali: in questa evenienza, i lavoratori fragili, o i genitori di figli under quattordici, seguiranno quanto pattuito con l’impresa in questione. Una delle soluzioni, forse, che ha avuto maggiore successo, soprattutto nell’ultimo periodo, è consistita nell’alternanza di smart working e lavoro-in-presenza durante la stessa settimana: a due o tre giorni di lavoro-da-casa vengono alternati due o tre giorni di presenza.
Senza ombra di dubbio, laddove vi siano stati accordi, le rappresentanze sindacali, in collaborazione con le leggi dello stato - come l’articolo 3, comma 3 legge 104 del 1992 o l’articolo 4, comma 1 legge 104 del 1992 - hanno ottenuto importanti vittorie. In questo caso va sottolineato come, qualora l’azienda abbia preso accordi circa la possibilità del lavoro-agile, venga data la priorità a quelle classi di lavoratrici e lavoratori che: hanno figli under dodici, hanno figli diversamente abili o versano loro stessi in una condizione di disabilità grave e accertata. Anche l’essere caregivers consente l’ottenimento della precedenza per la richiesta al lavoro agile. In tutti i casi qui elencati è esclusa la possibilità di incappare in sanzioni, demansionamenti, trasferimenti, licenziamenti o qualsiasi altra misura che penalizzi negativamente la condizione del lavoratore o della lavoratrice.
Fondamentale rimane il dialogo tra azienda e lavoratori
Tirando le fila, salvo nuovi interventi del governo, dal primo di luglio, per legge, anche i lavoratori fragili e i genitori di minori di quattordici anni torneranno in presenza nelle aziende.
Come già esplicitato, però, diversi e molteplici sono i casi in cui le imprese hanno già regolamentato approfonditamente il lavoro-agile: in questo caso, sarà sufficiente sfogliare quanto pattuito dall’azienda. Ancora una volta, si dimostra prezioso e fondamentale il continuo dialogo tra lavoratori, aziende e stato: solo così è possibile creare realmente una società in grado di venire incontro alle necessità di tutti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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