Nella Manovra per la legge di Bilancio ricompaiono i voucher. Il consiglio dei Ministri ha così introdotto nuovamente i buoni lavoro che l’ex premier Paolo Gentiloni aveva abolito – almeno in linea teorica - nel 2017 dopo un dibattito molto acceso con le parti sociali.
Sono stati introdotti per la prima volta con il decreto legislativo 276/2003 (la cosiddetta Legge Biagi) nel 2003 ma diventati di uso effettivo soltanto nel 2008.
Cosa sono i voucher
Sono un metodo di pagamento alternativo applicabili al lavoro occasionale o alle prestazioni saltuarie.
Hanno un valore nominale di 10 euro lordi, ossia 7,50 euro netti e a partire dal mese di gennaio 2023 potranno essere utilizzati dagli imprenditori del settore agricolo, della ristorazione e del comparto del turismo. Inoltre, potranno essere remunerati con i voucher anche i lavoratori che si occupano della cura della persona come, per esempio, i lavoratori domestici.
Come funzionano i voucher
Il datore di lavoro che intende retribuire i collaboratori con i voucher, li acquista presso l’Inps (se ne possono acquistare anche in banca, alle Poste e in alcuni casi anche in tabaccheria) e il lavoratore che li riceve può riscuoterli presso l’Inps stessa, ricevendo a fronte di ogni buono l’importo di 7,50 euro, quindi 2,50 euro in meno rispetto al valore nominale de voucher che, come detto, è di 10 euro.
In questo modo al lavoratore viene applicata una trattenuta da destinare ai contributi Inps e all’assicurazione Inail.
Il governo Meloni ha voluto reintrodurre i voucher per regolarizzare il lavoro stagionale e quello occasionale, alzando il limite di retribuzione mediante buoni fino a 10mila euro annui contro i 5mila euro fissati in precedenza. Tutto ciò garantendo però controlli stretti per scongiurare un abuso da parte dei datori di lavoro.
I sindacati hanno espresso preoccupazione per l’innalzamento del tetto di retribuzione ma anche perché le retribuzioni mediante voucher non garantiscono ai lavoratori coperture in caso di malattia, di maternità e altre forme di welfare considerate nelle più diffuse forme contrattuali.
Il voucher in sé presenta meno aggravi fiscali per i datori di lavoro e il timore che alcuni di questi possano abusarne è un tema ormai datato che aveva contribuito a mettere al bando i buoni già nel 2017.
Il governo però ha valutato la situazione tenendo presente il quadro nel suo
insieme: regole perfettibili sono comunque preferibili in un contesto - quello del lavoro occasionale e stagionale - difficile da monitorare e al cui interno i lavoratori potrebbero essere vittime di storture contrattuali.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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